La Bibbia dall’ABC. La tentazione di Eva

La tentazione. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=156008

Con sé, il serpente porta tre tipi di tentazione:

  • la tentazione di pensare che Dio menta (non è vero quello che Egli ha detto, che cioè morirete…)
  • la tentazione di pensare che Dio non sia buono, che ponga dei limiti all’uomo per gelosia, per non farlo divenire come Lui
  • infine, la tentazione di pensare che si può veramente essere come Dio.

Il dialogo

Il dialogo inizia esagerando la portata della proibizione divina: È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?

In questo modo, il serpente accentua il senso di costrizione della creatura, che si sente privata dei suoi diritti. La donna recepisce questo senso e lo coltiva proseguendo sulla stessa linea: Non di tutti ma di uno solo non possiamo né mangiare né toccare… (il Signore non aveva proibito di toccarlo).

Al v. 5b, la parola ke’lohîm può tradursi come Dio o come dèi (così traducono i LXX). La tentazione sostanzialmente è niente di meno che quella di divenire come Dio, facendosi dèi di se stessi…

Una finezza letteraria e teologica: benché questo brano appartenga alla tradizione Jahvista, qui il serpente, imitato dalla donna, evita di usare il nome proprio Jhwh, cioè evita di chiamare Dio con il suo Nome, ed usa invece il nome comune ’elohîm. Perché? Perché il serpente-diavolo non può profanare il Nome divino per eccellenza, non riesce a pronunciarlo. La stessa cosa farà Dante nel suo Inferno, in cui il nome di Dio non può essere pronunciato nella dimora dei dannati, ed è sostituito da perifrasi del tipo Quello Imperator che lassù regna, Se fosse amico il Re dell’universoVuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole…

Le dimensioni della tentazione

La donna rimane muta, l’idea di Dio le si è appannata, dubita della bontaà e sincerità del Signore. La tentazione la coinvolge

  • a livello della sensibilità: l’albero, o meglio il suo frutto, appare buono da mangiare
  • nella sfera estetica, emotiva: è gradito agli occhi, bello da vedere
  • a livello intellettuale: è desiderabile per acquistare saggezza, solletica l’orgoglio umano, il desiderio di potere.

Sono le tre prove messianiche a cui il Tentatore sottoporrà Gesù nel deserto (capitoli 4 di Matteo e di Luca):

  • la sensibilità, ciò che soddisfa i sensi (Di’ che queste pietre diventino pane…)
  • la fantasia, l’esaltazione degli effetti speciali (Gettati di sotto e verranno gli angeli a sostenerti…)
  • il potere (Tutto questo sarà tuo…).

Dove l’antica Eva fallisce, il nuovo Adamo, Cristo, sostiene la prova e intraprende il cammino del messianismo umile e sofferente.