Lettura continua della Bibbia. La sofferenza della ricerca

La sofferenza della ricerca
Il ritrovamento di Gesù. Di Simone Martini – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21894083

Maria e Giuseppe hanno dovuto, in questi dodici anni, imparare a fare i genitori di un Bambino che è dato loro come figlio ma che proprio come tutti gli altri non è, visto che è il Figlio dell’Altissimo. È un Bambino che cresce come gli altri, senza manifestazioni straordinarie, senza prodigi, ma che dimostra una profondità d’animo non comune. Un Bambino che è stato dato loro in circostanze del tutto straordinarie, anche se tutto questo è rimasto occultato nella vita nascosta di Nazareth. La meraviglia dei primi tempi si è dovuta incarnare nel vissuto quotidiano, faticoso, di una esistenza come tutte le altre.

Maria e Giuseppe sono stati privilegiati, ma hanno faticato come tutti. Maria, la prescelta fra tutte le creature dell’universo, ha dovuto giorno per giorno confrontarsi con quello che veniva scoprendo e approfondendo. Luca ci dice più volte che custodiva queste cose in cuore suo, e che le meditava. Il verbo che esprime la sua meditazione, sym-ballo, indica il mettere insieme le cose, unificarle nel cuore trovandone il senso. Non è un caso che sia il contrario di dia-ballo, dividere e calunniare, mettere zizzania, frantumare l’unità: l’azione del diavolo (diabolos è colui che divide)!

La sofferenza della ricerca  

Non si faccia l’errore di pensare che a Maria e Giiuseppe, poiché Gesù era il Figlio di Dio, siano state risparmiate sofferenze o incertezze, anzi! Il testo biblico dice che nello smarrirlo e nel cercarlo erano “angosciati”, usando un verbo che indica una grande pena, un tormento: lo stesso usato da Luca per descrivere le pene del ricco epulone all’inferno (Lc 16,25). Come la maggior parte dei genitori, anche loro stentano a capire il bambino che sta crescendo e sta prendendo una strada diversa da quella che potevano avere immaginato… E quando lo trovano? Dopo tre giorni, che sono i giorni dell’attesa della Resurrezione per i discepoli angosciati dalla scomparsa del Cristo da questa terra. È solo nell’ascolto della Parola che si può trovare il Risorto nel tempio che è la Casa del Padre suo (oppure “le cose” del Padre, l’espressione può avere entrambi i significati).