
Quando si organizza un banchetto o vi si partecipa, è presente un elemento di scelta: la scelta dei posti da parte degli invitati (7-11), e prima ancora la scelta degli invitati da parte dell’anfitrione (12-14). Quella che Gesù raccomanda è la scelta degli ultimi.
La scelta degli ultimi posti
Non scegliere il primo posto, dice Gesù: per aver parte nel Regno di Dio è necessario essere umili e non avanzare pretese davanti al Signore.
Come avviene normalmente in Luca, Gesù fa sgorgare i suoi insegnamenti dalle situazioni di vita in cui si trova: in questo caso, dalla corsa ai posti più importanti della tavola. Lo fa mediante un esempio parabolico: per essere trattati da amici, da intimi, bisogna mettersi agli ultimi posti, quelli che nessuno ci può togliere, mentre la ricerca dei posti di onore ci si potrebbe ritorcere contro con l’umiliazione di venire retrocessi.
L’azione è divina, ci fa capire Gesù con l’uso del passivo: chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato. “Umiltà” è scendere a terra (humus), riconoscersi al livello in cui siamo; non comporta di avere una bassa (se falsa) opinione di sé ritenendosi brutti, stupidi e cattivi a dispetto della verità, ma di vedere se stessi nello specchio di verità che è Dio, accettandoci con fiducia per quello che siamo.
La scelta degli ultimi come invitati
La comunione di mensa per i semiti esprime amicizia, intimità, unione di vita. Gesù raccomanda al capo del banchetto un amore straordinario verso i poveri, storpi, zoppi, ciechi. Al banchetto che noi imbandiamo dobbiamo invitare ed accogliere coloro che non possono contraccambiare. Anche la generosità può essere mossa da motivi tutt’altro che generosi (mettersi in mostra, sentirsi buoni, avere vantaggi). Sarebbe anche naturale se ciò fosse. Ma la parola del Maestro sconvolge tutti i nostri schemi: bisogna dare sapendo di non ricevere, invitare senza voler essere invitati, amare senza pretendere il contraccambio. L’unico fine da perseguire è il bene dell’altro senza un riscontro proprio, e la ricompensa sarà quella eterna, quando il Signore venendo ci riconoscerà per coloro che l’hanno accolto nella persona dei poveri.