Lettura continua della Bibbia. La ricchezza di Luca

La ricchezza di Luca
San Luca. Manoscritto armeno. https://wellcomeimages.org/indexplus/image/L0022853.html, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35998211

È importante avere quattro Vangeli e non uno solo, perché le diverse prospettive degli evangelisti costituiscono una grande ricchezza per i lettori. Ognuno, infatti, aggiunge una propria ricchezza a quella degli altri. Avviene come in un coro ogni voce apporta un tocco d’arte in più alla bellezza della melodia.

Potremmo dire, paradossalmente, che la ricchezza di Luca è… la povertà.

La prospettiva di Luca

La legge di Mosè, ben conosciuta dai destinatari giudeo-cristiani di Matteo, tutelava fortemente il povero. Lo riconosceva particolarmente nelle persone paradigmatiche dell’orfano, della vedova e del forestiero. Ne proibiva l’oppressione e lo sfruttamento e garantiva loro il diritto al rispetto e alla sussistenza. Anche nel mondo ebraico c’erano ricchi e poveri e forme di ingiustizia sociale, ma la voce della Legge e dei Profeti e la sapienza dei saggi si erano già levate a combatterle.

Nel mondo pagano invece, il povero era un maledetto dagli dèi e gli uomini facevano bene a non interferire nel suo destino. Perciò Luca, che scrive per le comunità che provengono da un ambiente pagano, si preoccupa moltissimo del rapporto tra ricchezza e povertà. Il suo è il Vangelo rivolto a tutti, ma dedica un occhio di riguardo agli emarginati, gli ultimi del mondo. Ma la miseria da cui essi sono afflitti può essere di due tipi.

  1. Misericordia verso i sofferenti

Una prima categoria di bisogno è rappresentata dalla sofferenza fisica e morale: malattia, infermità, miseria, lutto, emarginazione… Luca è molto attento ai piccoli, agli indigenti, alle donne, ai samaritani, ai pagani. Ha un particolare riguardo per coloro che per motivi disparati soffrono e che per la loro condizione di disagio sono esclusi dalla società dei ben pensanti. Questo è un tipo di bisogno di cui tutti sono ben consapevoli, sia le persone che ne sono affette sia gli altri che si confrontano con loro.

  • Misericordia verso i peccatori

Ma c’è un’altra forma di disagio, che attira da Gesù infinita misericordia. È il disagio di cui ci si può anche non rendere conto, la miseria derivante non dalla povertà, né dalla malattia, né dalla discriminazione, ma dal peccato. È la miseria di chi non ha bisogno di dono, ma di per-dono. Zaccheo è un miserabile non ostante tutta la sua grande ricchezza, perché è un ladro. Il fariseo della parabola con tutta la sua boria è un miserabile perché non elemosina da Dio il perdono, ma ne pretende la riconoscenza: si fa forte di una sua presunta giustizia e si erge a giudice del pubblicano. Anche coloro che non riconoscono il loro peccato, anche il fratello maggiore del figlio prodigo, anche i crocifissori di Gesù hanno bisogno di perdono pur senza saperlo, e il Signore è lì per perdonarli, per poco che accolgano la sua misericordia…