La redazione scritta dei libri profetici

La redazione scritta
Foto di Meranda D da Pixabay

Quando è avvenuta la redazione scritta dei libri profetici? Non ci sarebbe da meravigliarsi che molti profeti non sapessero neppure scrivere, e comunque la parola scritta non aveva ai loro tempi l`importanza che ha oggi.

La redazione dei libri che portano il nome di un profeta ha seguito verosimilmente queste fasi:

  • Predicazione orale. Predicazione di un profeta (oracolo = dichiarazione breve e solenne a nome di Dio, preceduta da una formula introduttiva).
  • Il profeta scriveva di persona? Solo in casi eccezionali il profeta scrive di persona: ad esempio, Ger 30,2 presenta Geremia che per ordine divino deve mettere per scritto il contenuto dei capitoli 30 e 31 («Così dice il Signore, Dio di Israele: Scrivi tutte queste cose che io ti ho detto in un libro…»). In un altro caso, anch’esso eccezionale, Geremia detta un testo ad un segretario, Baruc (Ger 36,4: «Geremia chiamò Baruc, figlio di Neria, e Baruc scrisse, sotto dettatura di Geremia, tutte le parole che il Signore gli aveva detto, nel rotolo della scrittura»). Cfr. anche Is 30,8: «Incidi questo su una tavoletta per loro e scrivilo in un libro che serva per un giorno avvenire come testimonianza».
  • Tradizione orale. Solitamente, gli oracoli e i detti di un profeta sono tramandati oralmente.
  • Trasmissione scritta. In parte, le parole tramandate da un profeta sono messe per iscritto, soprattutto dai suoi discepoli: cfr. Is 8,16: «Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione per i miei discepoli». Si formano, cioè, raccolte parziali.
  • Dalle raccolte frammentarie al libro. Con l’andare del tempo, le raccolte singole conservate da vari gruppi vengono riunite in un’opera più grande e completate con cenni biografici. Il processo è lungo: si pensa, ad esempio, che fra la predicazione orale di Geremia e la redazione del suo libro siano trascorsi circa 300 anni.