Lettura continua della Bibbia. Luca: la prima guarigione (4,38-44)

La prima guarigione
La guarigione della suocera di Pietro. Evangelario di Hitda (XI secolo) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5238794

Dopo l’esorcismo, la prima guarigione. Niente di spettacolare, tuttavia: anzi, una fatto molto modesto. Nella casa di un pescatore, una anziana donna giace in preda alla febbre. È il racconto di miracolo più breve di tutto il Vangelo, ma non importa: non è la sua appariscenza quella che conta, ma il suo significato. È un segno che rimanda ad altro, il cui senso fondamentale è racchiuso nell’ultima parola: la donna, levatasi, li serviva (4,39).

La prima guarigione e il servizio

Il racconto precedente ha mostrato l’effetto della parola potente di Gesù sul male: la liberazione. Questo racconto ne dice lo scopo: il servizio.

Gesù, concretizzazione della misericordia di Dio, si china sull’inferma. Come aveva sgridato lo spirito immondo che aveva rubato all’uomo il controllo di sé (4,35), adesso sgrida la febbre che ruba alla donna ogni forza. Sia le realtà soprannaturali che quelle naturali obbediscono alla parola di Dio: la febbre lascia la donna rendendole la capacità di agire.

I vocaboli usati non sono casuali. La donna senza nome (la sua identità storica è tutta racchiusa nella parentela acquisita col genero Simone) si alza (anistemi è il verbo della resurrezione) e, risorta a vita nuova, si mette a servizio della famiglia e degli ospiti. Il verbo, all’imperfetto, indica un’azione che continua nel tempo, quindi un servizio che viene iniziato e che continuerà indeterminatamente; il servire della donna, verbo diakonéo, è modellato su Gesù servo di Dio e degli uomini (Gesù dirà, nel contesto della Cena: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve: Lc 22,27), e diviene il ministero nella Chiesa, la diakonia.

Libertà e servizio

Farsi servire dagli altri è renderli schiavi ed essere schiavi del servizio altrui, servire gli altri è renderli liberi e divenire liberi. Questo è il senso dell’Esodo, lasciarsi liberare dalla umiliante schiavitù d’Egitto per assumere la gloria del libero servizio di Dio (cfr. il titolo di un commentario di Auzou sul libro dell’Esodo, Dalla schiavitù al servizio). Il servizio della donna non è perciò lo sfaccendare di una casalinga, ma il ministero di un discepolo.

Dopo questo primo miracolo, l’attività taumaturgica di Gesù, segno vivo della misericordia di Dio, prosegue verso le folle che gli conducono malati e ossessi. Per i demoni è il Cristo Figlio di Dio, per gli uomini è il Salvatore: Gesù opera prodigi perché è il Cristo, il Figlio di Dio, la sua venuta rende presente la forza e la misericordia di Dio nel mondo. La notte di guarigioni e di esorcismi, tra la folla che supplica e le grida dei demoni che fuggono, diviene immagine della notte della terra. Luca dà un semplice sommario di questa giornata (4,40-44), che si alimenta alla sua sorgente, l’intimità col Padre. È da questa intimità che promana la parola forte di Gesù.