Giovedì Santo: la Presenza eucaristica

Omelia di Don Enzo Greco – GIOVEDI’ SANTO  1995

La Presenza eucaristica
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Carissimi cristiani, riuniti in questa celebrazione solenne del Giovedì Santo noi ci ritroviamo stasera per celebrare tre cose: la Presenza eucaristica, l’istituzione del Sacerdozio, il Servizio.

La Presenza eucaristica

La prima realtà che noi ci ritroviamo a celebrare è l’istituzione dell’Eucaristia. Gesù il Figlio di Dio venuto nel mondo per cancellare il peccato, cioè la discordia con Dio che è all’origine di tutti i mali, venuto per trasformare la disperazione nella speranza, ha voluto lasciarci per sempre la sua Presenza. Voi capite che questo è molto bello. Noi quando amiamo una persona non desideriamo altro che la sua presenza costantemente vicino a noi.

Che cosa è dunque l’Eucaristia? L’Eucaristia è la Presenza di Gesù in mezzo a noi per sempre. E come Gesù ha voluto dimostrarci questa presenza? Ha voluto significarcela realmente attraverso il segno del pane e del vino: ecco la Messa.

Vedete, carissimi cristiani, che ogni mattina io come tanti altri sacerdoti nel mondo facciamo un grande miracolo, quello che non si vede con gli occhi di carne, ma si vede con gli occhi della fede. Non credo ci sia un miracolo più grande; è veramente Lui, Gesù. Se veramente noi abbiamo fede, in quel calice e in quell’ostia ci vediamo quello che Gesù ci ha insegnato: “Fate questo in memoria di me”, c’è veramente Lui; Lui è veramente presente.

E allora noi cristiani ci crediamo veramente in questo grande miracolo, che ogni volta che si celebra la Messa Gesù attraverso la consacrazione del pane e del vino ad opera del sacerdote è realmente presente? Realmente presente, non simbolicamente presente. Non andiamo a cercare altri miracoli: abbiamo Lui, il nostro Salvatore; la presenza assicurata per sempre, Gesù nostro Signore, come faremo tra poco. Quindi la Messa non è una cerimonia, la Messa è l’incontro reale con Gesù. Siamo noi che attraverso il miracolo della nostra fede, al di là degli occhi di carne, con gli occhi della fede vediamo che c’è veramente Gesù.

La Comunione

Però legato a questo c’è un altro grande miracolo: la Comunione. Ci crediamo veramente che mangiando quel pane noi facciamo realmente comunione con Gesù? Cioè, Gesù viene realmente in noi e noi siamo uniti a Lui. Ecco l’altro grande miracolo che faremo durante la comunione: Gesù viene a stare con noi. Con questa certezza che impegna la nostra fede, con questa certezza che non si vede e non si sente con i sensi umani, noi possiamo fare grandi miracoli di amore, basta vivere uniti a Gesù. Fare la comunione significa essere uniti a lui, significa pensare come lui, parlare come lui, amare come lui, scegliere come lui, vivere come lui, comportarsi come lui: questa è la gioia; non c’è cosa più grande nella vita cristiana. Questa certezza che la Chiesa possiede dall’istituzione dell’Eucaristia: “Fate questo in memoria di me”.

La Presenza eucaristica nel Tabernacolo

Ma se la Chiesa possiede attraverso la Messa la Presenza di Gesù, attraverso la Comunione l’incontro con lui, la Chiesa oggi ricorda con l’istituzione dell’Eucaristia che Gesù viene conservato in quello che si chiama “il tabernacolo”; nel tabernacolo Gesù costantemente 24 ore su 24 è presente in mezzo a noi; la lampada rossa accesa ci dice che lui è là: ecco il grande miracolo. Carissimi fedeli, non cerchiamo altri miracoli, servono a ben poco. Gli anziani sanno dal vecchio catechismo quanto si dava importanza – non che oggi non gli si dia – alla presenza del tabernacolo; oggi forse non ci pensiamo abbastanza. In ogni parrocchia Lui è là, presenza sempre fedele.

La Messa

E come si fa a non partecipare alla Messa! Carissimi cristiani, molti ignorano la fortuna – io non parlo di precetto, parlo di fortuna, di gioia – di poterlo incontrare ogni domenica durante la Messa perché con lui si possono fare cose grandi, cose belle, cose straordinarie; veramente miracoli di bontà e di amore. E perché escluderci dalla Messa, e perché rinunciare a mangiare la Comunione? Ci priviamo di una cosa grande.

Noi cristiani siamo abituati a vedere la Messa e la Comunione come dei semplici doveri di precetto, di adempimento di qualcosa. Io voglio che si volga al positivo: come privarci della Messa? So che alcune persone anziane con il freddo e con il caldo non rinunciano mai alla Messa ogni giorno. Indovino nel cuore di queste persone anziane l’aver capito l’importanza dell’appuntamento giornaliero con Gesù. Ma guardate, è molto semplice, la vita è difficile per tutti; ognuno di noi nel cuore questa sera porta gioie, ma anche tristezze e problemi; perché quindi rinunciare all’amico per eccellenza, un Dio comodo comodo per noi perché è sempre presente? Lui è là, nella nostra chiesa, nelle nostre chiese. Eccolo, amico fedele, presenza che non termina mai. Dove andare a trovare rifugio, conforto, consolazione, forza? Carissimi parrocchiani, nella vostra parrocchia, come in tutte le parrocchie, Lui è là, sempre pronto ad accogliere.

Vedete che è molto semplice; Gesù diventa pane spezzato, ecco la comunione, per essere mangiato da ciascuno di noi; quindi bisogna fare un ulteriore passo di approfondimento: molti cristiani sostengono “La fede a modo mio”. Gesù è per tutti. Se hai capito questa importante verità, quella che facciamo tra poco nella Comunione, Gesù è un Pane, si chiama Comunione, che noi mangiamo solo se ci sforziamo di essere uniti: questa Presenza ci fa fare cose grandi.

La comunità

Ecco, il rapporto tra Messa e comunità. Non può essere “la fede a modo mio”; perché? Perché la “fede a modo mio” è il contrario della comunione. La comunione che si ricorda oggi… – la sentite la parola comunione anche voi bambini? – È un composto, è composta di con, che sta per insieme, e unione; semplice. Semplicissimo. Gesù è venuto per questo: o la parrocchia è comunione e comunità o sennò la Messa viene contraddetta e smentita. La Messa è la cena di comunione.

L’Amico

Stasera quando verrete all’adorazione di Gesù Eucaristia che metterò nell’altare tradizionalmente detto “sepolcro” – che non è la tomba di Gesù, ma un altro tabernacolo – andremo dall’Amico. Qualcuno accenderà una candela, la candela rappresenta la luce della fede, rappresenta un presente che faccio a Gesù: “Guarda, accetto la tua amicizia, accetto di essere con te”. Ma facciamolo tutti i giorni. Il “sepolcro” dentro le nostre chiese c’è tutti i giorni; è il tabernacolo: lì trovi la forza.

Quando vieni in chiesa che non c’è nessuno, vai a fare la spesa la mattina, aspetti il bus, oppure vai a fare una visita medica, entri in chiesa, io vedo che tu accendi una candela alla Madonna, è giusto sì, ma pensa prima all’Amico, il Figlio di Dio, il grande miracolo; in quei pani conservati lì dentro c’è lui. Vai prima da lui. L’Amico fedele, la Presenza fedele.