Il discorso escatologico tratta di due eventi futuri, che avverranno in tempi diversi, ma che rimandano l’uno all’altro. Il primo è la fine di Gerusalemme, il secondo è la fine del mondo. Accaduto il primo nel 70 d.C., i discepoli si aspettavano ansiosamente l’accadimento del secondo.
I discepoli, sul monte degli Ulivi, in vista della Città Santa, avevano chiesto a Gesù: quando avverrà questo e quale sarà il segno che tutte questa cose stanno per accadere? L’espressione “queste cose” designa una prima volta la distruzione del tempio, di cui Gesù dice che non sarebbe rimasto pietra sopra pietra. La seconda volta però presenta un significato più ampio, riferibile alla catastrofe universale detta fine del mondo. Gesù risponde ad entrambi gli aspetti della domanda, iniziando col mettere in guardia i discepoli contro i falsi messia.
Discorso escatologico: la persecuzione. Il testo
13 5Gesù si mise a dire loro: «Badate che nessuno v’inganni! 6Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno.
7E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. 8Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.
9Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. 12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 13Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Falsi messia e falsi profeti
La storia biblica pullula anche di impostori che particolarmente nei momenti di crisi facevano leva sull’impressionabilità popolare. così come accade anche adesso. Soprattutto nel tempo che precedette la caduta di Gerusalemme vi fu una particolare sovrabbondanza di sedicenti profeti e capi-popolo che trascinavano la folla, promettendo segni dell’intervento divino. Avessero anche prodotto dei “segni”, il prodigio di per sé non può essere considerato una garanzia di veridicità: lo diviene solo quando si unisce ad una prassi genuina di fede e carità. Sette e fanatismo, al contrario, continuano ancora oggi a rappresentare un pericolo per l’autenticità della fede. Non basta dire “Sono io il Cristo” ad esserlo realmente!
Rumori di guerre
Le guerre sono sempre esistite nella storia dell’uomo. Si tratta dell’esperienza di tutti i tempi: la logica della violenza e della sopraffazione tra le potenze che si contendono il dominio, e che si risolve in autodistruzione. Ma questi fenomeni di violenza organizzata non sono segno della fine. La storia è ancora lunga…
La persecuzione
La prima parte del discorso escatologico trova il suo fulcro in una esortazione: Badate a voi stessi! La comunità dei credenti dovrà sperimentare nei suoi membri la violenza che opera nella storia. Anche i discepoli di Gesù, come il loro Maestro, saranno consegnati al potere. Tuttavia, questo rappresenta per loro l’occasione per rendere testimonianza al Vangelo…, e non è ancora la fine.
Infatti, secondo le promesse dei profeti, prima della manifestazione definitiva, escatologica, di Dio dovrà venire la chiamata di tutti i popoli alla salvezza e la loro incorporazione nel popolo di Dio. E i credenti non devono temere, perché lo Spirito Santo parlerà per loro. Persino i legami familiari saranno infranti da tradimenti e denunce, “ma chi avrà perseverato sino alla fine sarò salvo” nel futuro di Dio.