Lettura continua della Bibbia. La Pasqua (Numeri 9,1-14)

Pesach (Pasqua) in un francobollo israeliano. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=142571793

La Pasqua (Pesach) è un tema che il redattore sacerdotale di Numeri riprende dal libro dell’Esodo in quanto fondamentale nella memoria della liberazione di Israele dall’Egitto.

La Pasqua (Pesach in ebraico)

9 1«Il Signore parlò a Mosè nel deserto del Sinai, il secondo anno dalla loro uscita dalla terra d’Egitto, nel primo mese, e disse: 2”Gli Israeliti celebreranno la Pasqua nel tempo stabilito. 3La celebrerete nel tempo stabilito, il giorno quattordici di questo mese tra le due sere; la celebrerete secondo tutte le leggi e secondo tutte le prescrizioni”». 

La Pasqua doveva essere celebrata il 14 Nisan (mese chiamato, prima dell’esilio babilonese, Abib, e corrispondente a marzo – aprile del nostro calendario). Doveva essere celebrata “tra le due sere”, espressione che è stata variamente interpretata, con il passare del tempo, in Palestina.

  • I samaritani la intendevano come tempo intercorrente fra il tramonto del sole e la notte profonda.
  • Per i sadducei corrispondeva al declino del sole dallo zenit al tramonto.
  • I farisei lo collocavano fra il crepuscolo e l’inizio del buio.
  • Un’altra interpretazione lo situava fra il tramonto e lo spuntare delle prime tre stelle, escludendo Venere che è il primo astro a comparire nel cielo serale.

Teniamo presente che per l’antico Israele il giorno iniziava al tramonto e terminava al tramonto successivo: questo computo vale non solo per la liturgia ebraica, ma anche per quella cattolica, in cui le solennità iniziano al tramonto del giorno precedente con i Primi Vespri e la Messa Prefestiva.

La Pasqua per gli impuri

Alle normative già presenti in Esodo, il libro dei Numeri aggiunge una casistica riguardante coloro che in situazione di impurità sarebbero esclusi dalla celebrazione.

In caso di impurità rituale, infatti, la Pasqua non poteva essere celebrata. La santità della Pasqua richiedeva assolutamente lo stato di purità di ogni persona che la volesse celebrare. Ricordiamo, nel Vangelo di Giovani, la preoccupazione dei capi religiosi che non volevano mettere piede nel pretorio di Pilato per non contrarre impurità rituale ed essere così esclusi dalla celebrazione della Pasqua. Legittimo scrupolo di carattere rituale, che però assume proporzioni mostruose visto che viene disinvoltamente associato all’eliminazione di un innocente per puro calcolo politico…

Bene, nel caso di impurità contratta per provvedere ad una necessaria sepoltura, la risposta è semplice: la celebrazione di questi uomini sarà rimandata al mese successivo. Non sarà, al contrario, possibile rimandare la celebrazione a coloro che per negligenza hanno omesso di osservare i riti pasquali.

La Pasqua degli stranieri

Potranno invece celebrare la Pasqua gli stranieri che lo vorranno, purché siano circoncisi, con un’unica legge per Israele e per loro. Lo straniero in questione è il gher, cioè lo straniero residente, l’immigrato, per il quale la legge di Mosè ha particolari norme di tutela insieme alle altre due principali categorie di fragilità sociale, l’orfano e la vedova.