Biblicamente lo Spirito Santo, da forza che promana da Dio, da semplice attributo del suo amore, della sua forza creatrice, della sua Provvidenza, nell’esperienza di Cristo si svela come Persona. La stessa cosa accade all’attributo della Parola.
La Parola di Dio
La Parola di Dio ci viene subito incontro nella Scrittura perché nel primo capitolo di Genesi dieci volte risuona l’espressione Dio disse. Dio crea con la Parola e poi attraverso la Parola si rapporta con l’uomo, si rivela, dirige la storia. Come lo Spirito, anche la Parola di Dio è un modo di rappresentare il suo rapporto con il creato: perché proprio la Parola? Perché la parola è l’attività umana più immateriale che possiamo immaginare, la più spirituale.
Il Logos
La Parola di Dio poi viene a identificarsi anche col Pensiero, tanto è vero che nel greco – e questa volta il greco ha ragione – Logos vuol dire Parola ma vuol dire anche Pensiero, mentre invece nell’ebraico, molto più concreto come lingua, il termine davar che significa parola vuol dire anche cosa. Guardate come sono diverse queste mentalità: il termine parola in ebraico designa anche la cosa, l’evento, la cosa che è accaduta, e invece in greco indica il pensiero retrostante alla parola.
In latino parola si dice verbum, poi in italiano abbiamo ereditato il latinismo Verbo e lo abbiamo usato nella traduzione del Prologo di Giovanni. Sì, anche qui poteva essere tradotto con Parola, ma probabilmente sulla diversa scelta ha influito anche un aspetto (il genere grammaticale) che mi riservo di sottolineare in seguito.
A differenza della parola dell’uomo, la Parola di Dio è onnipotente ed è ovunque perché Dio sempre parla all’uomo; credo che siano pochissimi i libri biblici in cui Dio non dice nemmeno una parola. Uno è sicuramente il Cantico dei Cantici che, proprio perché Dio sembra tacere, aveva dato motivo di discussione ai rabbini se fosse o no Sacra Scrittura. Ma a parte casi eccezionali, la Parola di Dio entra dovunque.
La Sapienza di Dio
Però c’è un altro attributo della mente di Dio – se così si può dire – che ha avuto un’importanza da un certo punto di vista anche maggiore, la Sapienza di Dio. Dalla Parola alla Sapienza il passo è breve, perché la Parola di Dio esprime la sua Sapienza in modo tale da coincidere con essa. Dico che l’attributo della Sapienza ha avuto una importanza anche maggiore della Parola perché, più della Parola, la Sapienza è stata anche, dal punto di vista letterario, personificata, quasi fosse una vera e propria Ipostasi divina.
Gli Inni della Sapienza
Questo avviene negli Inni alla (o della) Sapienza dei Libri Sapienziali.
Tranne che nel Qoheleth (inevitabilmente, a causa del suo scetticismo di fondo), nei Libri Sapienziali è sempre presente un inno della Sapienza o alla Sapienza. Si tratta di un inno in cui si fa l’elogio della Sapienza di Dio, addirittura personificandola come se fosse non solo un attributo di Dio ma una Entità separata.
Viene rappresentata in forma femminile, come una matrona, presiedere alla creazione. Non solo: viene anche rappresentata, sempre in questa forma femminile, nell’atto di insegnare agli uomini! La Sapienza, Chokkmah, in ebraico è femmina, e lo è anche in greco (Sophia) e in latino (Sapientia).