La notizia del giorno è la parata russa tenuta a Mosca per ricordare la vittoria sul nazismo. Ma sul fronte ucraino le notizie non sono buone per chi voleva annunciare una seconda vittoria, anche se il 9 maggio, giorno della Vittoria, è iniziato da parte dei russi colpendo il territorio dell’Ucraina con missili da crociera marittimi e aerei, con due ondate di bombardamenti sul Paese.
La parata della Vittoria
La Russia ha annullato quest’anno «per motivi di sicurezza» la marcia del Reggimento Immortale, che si tiene tradizionalmente sulla Piazza Rossa il 9 maggio dopo la parata militare per l’anniversario della vittoria sui nazisti. Durante la marcia del Reggimento Immortale i discendenti di coloro che hanno combattuto contro il Terzo Reich sfilano portando le fotografie dei loro congiunti. I critici del Cremlino affermano che molti russi avrebbero potuto portare foto di coloro che sono morti combattendo in Ucraina, evidenziando l’entità delle perdite di Mosca. Questo sarebbe il reale motivo della cancellazione della manifestazione.
Chi sedeva accanto a Putin?
Tadizionalmente, accanto al presidente Putin, in occasione della parata, siedono due veterani della seconda guerra mondiale. Questa volta però erano ex agenti delle polizie segrete del Kgb e l’Nkvd i due anziani coperti di medaglie che sedevano accanto a Putin: il 98enne Yuri Dvoikin, ex agente della polizia segreta dell’Nkvd che non ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, e l’88enne Gennady Zaitsev, già membro del Kgb, che nel 1968 partecipò alla repressione della primavera di Praga.
È chiaro che il numero dei veterani della Seconda guerra mondiale si riduce ogni anno per motivi anagrafici, ma la sostituzione con veterani della repressione sovietica non è passata inosservata.
Solo 51 mezzi
La parata militare, invece, si è svolta, ma ristretta a solo 51 mezzi e priva di diversi elementi tradizionali. Un solo carro armato T-34/85, prodotto nel 1944, ha aperto la parata. Nemmeno un aereo l’ha sorvolata. Molti mezzi che un tempo sfilavano ora giacciono distrutti in Ucraina o sono tenuti pronti a nuovi attacchi. Presenti, invece, con circa un quinto di tutti i mezzi militari in parata, i soldati del ceceno Ramzan Kadyrov, senza i quali la sfilata non avrebbe raggiunto nemmeno i 50 mezzi (erano 131 nel 2022 e 197 nel 2021).
Dopo il T-34/85 sono arrivati 7 mezzi corazzati Tigr-Ms, 6 Vpk-Urals e 10 Remdiesel Z-Sts “Akhmat”, usati solo dall’esercito di Kadyrov. Poi, un corazzato anfibio Btr-82A e 6 lanciatori per missili balistici ipersonici Srbm Iskander. Dietro, un altro Btr-82A ha preceduto 6 trasportatori dei sistemi di contraerea S-400 e un altro è stato seguito da 3 lanciatori per missili balistici intercontinentali Rs-24 Yars e altri 6 Tigr-M. La parata è stata chiusa da 3 veicoli corazzati Vpk-7829 Bumerang. Tutto qui. Niente carri armati moderni, droni aerei, jet di ultima generazione, bombardieri atomici. Secondo la CNN, la Russia manda al fronte i carri armati sovietici del 1948. Negli anni ’80 sono stati smantellati e conservati in depositi ma ora, secondo le immagini satellitari analizzate dall’emittente statunitense, sarebbero stati prelevati, riconfigurati e portati sul campo.
A Bakhmut: Contrordine compagni
Sarebbero almeno 100mila i soldati russi morti nel tentativo di conquistare Bakhmut: questa è la stima approssimativa che ne fa il colonnello Serhiy Cherevaty, portavoce del comando orientale delle forze armate ucraine. «Sono sicuro che ulteriori verifiche faranno crescere il dato. Questo è normale perché il nemico ha utilizzato i cosiddetti assalti tritacarne», cioè ondate successive di attacchi di soldati russi usati come carne da cannone.
Secondo Cherevaty, i russi a Bakhmut non sono a corto di munizioni come sostiene Yevgeny Prigozhin. Queste dichiarazioni del capo dei mercenari della Wagner giungono perchè Prigozhin «ha fatto troppe promesse sulla cattura di Bakhmut e inventa questo nonsense sulla mancanza di munizioni, perché non ha altre ‘vittorie’ oltre alle perdite di uomini».
Tant’è che il capo della milizia Wagner ha formalmente chiesto al ministero della Difesa russo di cedere le proprie posizioni alle truppe cecene di Ramzan Kadyrov a partire dalla mezzanotte di mercoledì 10 maggio. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha assicurato che le sue forze erano pronte a trasferirsi a Bakhmut, ma poco dopo è arrivato il contrordine: Prigozhin, ha annunciato che resterà a Bakhmut a combattere insieme ai suoi uomini dopo aver ricevuto garanzie sulla fornitura della munizioni richieste.
«Non siamo in televisione»
Ma mentre Mosca celebrava la Giornata della Vittoria con la parata militare sulla Piazza Rossa, Prigozhin pubblicava un video su Telegram affermando che la controffensiva dell’Ucraina «sarà sul terreno, non in televisione» e che Kiev sta colpendo le regioni russe di confine con successo. Invece «in Russia tutti pensano che le cose si debbano fare in televisione».
«Lo Stato è incapace di difendere la Russia”, ha affermato, accusando i militari russi di fuggire dai combattimenti a Bakhmut. “Oggi una delle unità del ministero della Difesa è fuggita da uno dei nostri fianchi. Hanno lasciato le loro posizioni, sono fuggiti tutti. Perché lo Stato non può difendere il Paese?».
Reclutamento fra gli immigrati asiatici
Secondo l’intelligence britannica, la Russia sta reclutando i lavoratori presenti nel Paese e provenienti dalla Asia centrale per prestare servizio come militari in Ucraina. «Radio Free Europe ha riferito che i reclutatori offrono bonus di iscrizione di 2.390 dollari e stipendi fino a 4.160 al mese. Ai migranti è stato anche offerto un percorso rapido per la cittadinanza russa da sei mesi a un anno, invece di cinque anni. L’elevato stipendio mensile e i bonus di iscrizione attireranno alcuni lavoratori migranti a iscriversi. Queste reclute vengono probabilmente inviate in prima linea in Ucraina, dove il tasso di vittime è estremamente alto. Il reclutamento di migranti fa parte dei tentativi del Ministero della Difesa russo di raggiungere il suo obiettivo di 400.000 volontari per combattere in Ucraina. Le autorità stanno quasi certamente cercando di ritardare il più a lungo possibile qualsiasi nuova mobilitazione obbligatoria per ridurre al minimo il dissenso interno».
L’oligarca russo: è una guerra terribile
L’oligarca russo Andrey Kovalev ha criticato l’invasione dell’Ucraina sottolineando le pesanti perdite subite dalla Russia, tra cui la ritirata dalle posizioni raggiunte all’inizio della guerra, l’umiliante affondamento della nave da guerra russa Moskva, l’esplosione del ponte di Crimea e il presunto attacco di un drone al Cremlino. «Questa non è un’operazione militare speciale, è una guerra terribile», ha detto Kovalev durante una trasmissione per il Movimento degli imprenditori di tutta la Russia. «Il mondo intero è contro di noi. Centoventidue Paesi hanno votato per riconoscerci come aggressori».
L’attentato
Mentre si discute sul presunto attacco al Kremlino mediante droni (che secondo l’analista militare ucraino Oleg Zhdanov, stando ad alcune testimonianze oculari, il 3 maggio sarebbero arrivati da est, non da ovest come se fossero arrivati dal territorio ucraino), si viene a conoscenza dell’attentato allo scrittore nazionalista russo Zakhar Prilepin, deciso sostenitore dell’invasione. Anche in questo caso c’è chi ipotizza che l’autore dell’attentato debba essere cercato fra le file russe, mentre Mosca si dimostra indignata per il «silenzio inaccettabile» della comunità internazionale al riguardo. Per quanto accaduto Mosca ha accusato Kiev e i «suoi sponsor, principalmente gli Stati Uniti». È stato arrestato un cittadino ucraino che avrebbe confessato di aver agito «su ordine dei servizi segreti» di Kiev. Il condizionale è d’obbligo.
Bartolomeo I, attacco a diritti umani fondamentali
Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, è intervenuto a Salerno al meeting «Ecologia e Pace: un futuro secondo il disegno di Dio», mentre era in visita alla città in occasione dell’anniversario della traslazione delle spoglie del Patrono San Matteo, avvenuta nel lontano 6 maggio 954. Così si è espresso: «In tutti i continenti le persone si trovano ad affrontare nuove e per certi versi piu’ gravi sfide, soprattutto conflitti militari e problemi ecologici. L’invasione in corso dell’Ucraina da parte della Russia e la recente guerra civile in Sudan, insieme ad altri conflitti violenti in altre parti del mondo e ai cambiamenti climatici globali e ai gravi disastri naturali, offrono chiare indicazioni che stiamo trascurando i diritti umani fondamentali e distruggendo il pianeta in modi inaspettati e senza precedenti».
Le vittime
Continua lo stillicidio delle vittime civili. Ad Avdiivka nel Donetsk è stata uccisa una donna, mentre si cercano tra le macerie il marito e un’altra donna. Le truppe russe hanno aperto il fuoco contro un convoglio di evacuazione di civili da Bakhmut con a bordo cinque persone, uccidendo un’anziana. A Nikopol, nell’Oblast di Dnipropetrovsk, è morta una donna di 72 anni, mentre un raid russo sulla regione meridionale di Kherson ha ucciso 6 operatori dei servizi emergenza ucraini. Il corpo di una guardia è stato recuperato dalle macerie di un magazzino che è stato distrutto in un attacco missilistico russo a Odessa. Anche un giornalista dell’Agence France-Presse, Arman Soldin, è stato ucciso presso Bakhmut.
Nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno bombardato 10 regioni dell’Ucraina, colpendo 127 insediamenti e 139 infrastrutture. Almeno 3 persone risultano morte e altre 28 ferite.
Attacco alla Croce Rossa
L’8 di maggio, proprio nella Giornata mondiale della Croce Rossa, la Russia ha attaccato l’impianto di stoccaggio degli aiuti umanitari della Croce Rossa ucraina a Odessa. In questo modo si è impedito agli aiuti di raggiungere le persone bisognose, distruggendo le scorte. Quando si dice Sparare sulla Croce Rossa…
A favore degli animali
La Lega Anti Vivisezione (Lav) italiana è in prima linea, da marzo 2022 per soccorrere tutti gli animali vittime del conflitto in Ucraina oltre a quelli dei rifugiati ucraini in Italia. Con una assistenza tempestiva cerca di salvaguardare centinaia di animali, non solo cani e gatti, ma anche orsi e lupi, nel rifugio di White Rock Shelter, a Kiev. Così dichiara all’AGI Beatrice Rezzaghi, responsabile dell’Unita’ di Emergenza Lav: «Per noi è stata una sfida gigantesca e le operazioni sono state molto complesse da gestire per la nostra unita’ di emergenza ancora giovane, nata nel 2019, ma per le catastrofi naturali quali terremoti, alluvioni e incendi. Mai avremmo pensato di dover intervenire in uno scenario così complesso come quello di una guerra».
«Prima di quel mese di marzo 2022, Lav non era mai intervenuta con una sua squadra fuori dai confini nazionali, per giunta in un Paese in cui non ha un suo ufficio, in un territorio in cui la situazione di partenza era già complessa, ad esempio per gli alti livelli di randagismo. Le due operazioni in terra ucraina e al confine con la Polonia sono state emotivamente molto forti, per non dire sconvolgenti, di quelle che lasciano il segno. A 15 mesi dall’inizio della guerra, la sensazione condivisa da molti è che ormai ci siamo abituati alla guerra, eppure è una cosa a cui non ci si può abituare. Ci sono ancora esseri viventi che vivono sotto le bombe, nascosti, in povertà e senza cibo. Non dimentichiamoci di loro, che si tratti di umani come di animali».
Scacchi, la federazione russa lascia l’Europa
Gli scacchisti russi sono famosi in tutto il mondo. Ebbene, la federazione scacchistica russa ha lasciato definitivamente l’Europa per affiliarsi con l’Asian Chess Federation, la federazione scacchistica asiatica. È questo il primo passaggio, anche se in uno sport non olimpico, di una federazione sportiva russa dall’Europa all’Asia. Il presidente degli scacchi russi Andrey Filatov ha dichiarato: «Inizia un nuovo capitolo storico di cui siamo molto contenti, ci auguriamo che la partnership sia a lungo termine e reciprocamente vantaggiosa».