La Notte Santa

La Notte Santa

Tanti anni fa, quando eravamo piccoli noi degli Anni Quaranta, Cinquanta o anche Sessanta o perfino Settanta, a scuola si attingeva tranquillamente al patrimonio letterario della nazione, senza starsi a chiedere se quei brani di prosa o quelle poesie fossero Politicamente corretti. Appartenevano alla memoria collettiva, e basta. Per la Notte santa di Natale, quei brani di prosa e quelle poesie non si facevano a religione: si facevano a italiano, come passi letterari. Adesso è sorto un movimento Woke che si propone di strappare e cancellare tutto quanto, nel pubblico, si ritiene possa offendere le minoranze, che in realtà non si offendono per niente.

Tutto quanto sa di Natale è in sospetto come discriminatorio e si tende a relegarlo all’Irc. Con la stessa logica, bisognerebbe relegare all’Irc la Divina Commedia, i Promessi Sposi e la maggior parte della letteratura e dell’arte in genere; non che qualcuno non ci abbia provato.

Allora, visto che a scuola queste cose non si fanno più, voglio riproporre una poesia di Guido Gozzano, La Notte Santa, risvegliandola nella nostra memoria di anziani o di adulti un po’ attempati… che queste cose le studiavano a memoria!

Questo originale presepe di Alessandra Cascelli parte da dove tutto è iniziato, cioè dall’Annunciazione.

Ma questo è solo il preludio:

La Notte Santa di Guido Gozzano (1914)

La Notte Santa
Presepe su legno di Giancarlo Guasconi

– Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

Presepe marinaresco nel Porto Canale di Cesenatico

– Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
– Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca
lentamente le sette.

La Notte Santa
Presepe della Verna

– Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
– Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

Il grande presepe all’aperto di Riotorto, dove l’intero paese diviene Betlemme

– O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
– S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

La Notte Santa
Questo presepe di Marco Guarguaglini è stato esposto in Vaticano

– Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
– Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

Il presepe di sale di Wieliczka ricorda l’improba fatica dei minatori…

– Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La Notte Santa
Presepe etnico del Commercio equosolidale

La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
– Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

Presepe interamente meccanizzato realizzato dal dottor Piacentini a Piombino. Si muovono anche le galline!

È nato!
Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d’un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d’un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino,

È nato!
Alleluja! Alleluja!