
Eh, questa volta coloro che conoscono il greco non sono per niente avvantaggiati nel decifrare il significato del nome di questa sindrome: la nomofobia. Se fosse greco, infatti, questo nome significherebbe Paura della legge, dato che nomos significa, appunto, legge: quindi l’insofferenza delle regole, e non sarebbe strano, perché è un atteggiamento abbastanza diffuso. Ma no, nomofobia non deriva dal greco (tranne che per quel fobia che significa paura) e ha tutt’altro significato.
Viene dall’inglese, invece, dove No–Mo è acrostico o sigla di No – Mobile ovvero mancanza di telefonia mobile: sindrome di astinenza da telefonino, insomma, paura incontrollata di rimanere disconnessi. Il termine risale appena al 2008, quando fu coniato in uno studio che mostrava come in Gran Bretagna quasi il 53% degli utenti di telefono cellulare si trovasse in uno stato ansioso in caso di perdita del cellulare, esaurimento della batteria o del credito residuo o mancanza di copertura di rete. Probabilmente oggi questo dato sarebbe assai riduttivo.
La nomofobia: una sindrome nuova
Certamente non era pensabile la nomofobia in anni passati, quando non c’era neppure il telefono fisso nella maggior parte delle famiglie, e chi lo installava preferiva spesso il duplex per ragioni di risparmio sulla bolletta, per cui il telefono era a metà fra due utenti, e se uno di loro lo usava l’altro non poteva telefonare… preistoria. Quando non avevamo ancora il telefono, nel dopo guerra e per metà degli anni Cinquanta, ricordo che se uno di noi aveva bisogno del dottore mio padre andava a piedi a chiamarlo, a tutte le ore del giorno e della notte… preistoria. Poi si è diffuso il telefono fisso, e poi, a valanga, la telefonia mobile. E adesso…
… Adesso siamo come attaccati ad una rete invisibile, che ci collega anche a distanze incalcolabili. Abbiamo tutto il mondo a portata di mano. Non sappiamo più i numeri di telefono a memoria, perché ci pensa la memoria del telefonino. Non abbiamo bisogno di ricordare niente, perché ci avverte il telefonino. Siamo collegati con i lontani, ma spesso siamo scollegati con i vicini, e la realtà in cui viviamo è diventata virtuale. Date le comodità che il telefonino offre, c’è il rischio di sviluppare nei suoi confronti una vera e propria dipendenza, al limite di una fuga dalla concretezza della vita.
Nei casi estremi, la sindrome di astinenza da telefonia mobile dà i sintomi anche fisici di una vera e propria crisi di panico; ma il separarsi dal telefonino può dare, anche in casi normali, un senso di smarrimento che prima non conoscevamo. Infatti, prima di questo avvento eravamo abituati a contare su di noi e sulle nostre risorse, con l’avvento dei cellulari siamo ormai assuefatti alle risorse che ci vengono da loro… Non è cosa buona.