
Quanto alla natura di questi segni, ovvero delle piaghe d’Egitto, possiamo riconoscere in essi fenomeni stagionali che avvenivano e avvengono in Egitto proprio con la sequenza indicata nella Bibbia.
– In estate, prolifera un microrganismo («Euglena sanguinea») che colora di rosso le acque.
– Quando viene l’autunno è frequente la moltiplicazione di rane, zanzare e tafani («Stomoxys calcitrans»).
– Inverno: si verificano le malattie del bestiame e degli uomini.
– Gennaio – febbraio: cade la grandine
– Con la primavera giungono le cavallette.
– A marzo, il vento forte e secco del deserto, il khamsin, solleva tonnellate di sabbia dal Sahara e le scaraventa – tuttora – sull’Egitto; sono recenti le immagini del Cairo ottenebrato di giorno dalla polvere atmosferica, che arriva anche sulle nostre coste e che troviamo sui nostri veicoli.
– Infine, la decima piaga è costituita da una epidemia mortale.
La natura delle piaghe: una teoria
C’è una recente teoria che vede l’origine delle piaghe bibliche nei fenomeni verificatesi nell’antica città di Pi-Ramses sul delta di Nilo, capitale d’Egitto durante il regno di Ramses II (1279 – 1213 a.C.) e in seguito abbandonata. I climatologi hanno scoperto verso la fine del regno di Ramses II un improvviso inaridimento del clima dell’area che può aver causato un prosciugamento del Nilo, trasformandolo in un corso d’acqua fangoso. Un’alga tossica delle acque dolci, la «Oscillatoria rubescens», si moltiplica in maniera massiccia in acque calde lente e le colora l’acqua di rosso.
Le alghe tossiche avrebbero causato una situazione di stress costringendo le rane a lasciare l’acqua in cui vivevano, con proliferazione incontrollata di zanzare e tafani, in mancanza dei loro predatori naturali. Tutto ciò (spesso gli insetti diffondono malattie) avrebbe portato alle successive due piaghe, la peste del bestiame e le ulcere.
L’eruzione del vulcano Thera dell’isola di Santorini a nord di Creta, avvenuta a metà del secondo millennio a.C., fece poi la sua parte scagliando nell’atmosfera miliardi di tonnellate di cenere vulcanica, provocando in Egitto un aumento delle precipitazioni (grandine) e dell’umidità (che attirò le cavallette) sull’Egitto e bloccando la luce solare (tenebre). Gli scienziati hanno infatti scoperto negli scavi della pietra pomice, che si forma dalla lava vulcanica raffreddata; ma non esistono vulcani in Egitto. La pomice deriva dal vulcano di Santorini, offrendo così la prova che la ricaduta della cenere dell’eruzione di Santorini raggiunse veramente le coste egiziane.
Per l’ultima piaga -la morte dei primogeniti – gli scienziati hanno pensato ad un fungo che avrebbe contaminato le scorte di grano. I primogeniti maschi erano coloro che beneficiavano per primi del primo raccolto, per cui sarebbero stati i primi a caderne vittima.
«I Dieci Comandamenti» di De Mille: quando gli effetti speciali erano artigianali
Charlton Heston fu scelto per la parte di Mosè, a quanto pare, perché somigliava molto al Mosè di Michelangelo. Il cast comprendeva attori famosissimi come Yul Brinner, Vincent Price ed Edward G. Robinson, ma anche la scelta delle comparse fu molto accurata, e pensare che erano ventimila! Il regista scritturò addirittura la cavalleria dell’autentico esercito egiziano per girare la scena dell’inseguimento sul Mar Rosso. L’auriga del faraone era il maggiore Abbas El Boughdadly.
Per la scena dell’esodo furono impiegati 15.000 animali, un numero da record. La sola preparazione richiese cinque anni. Per realizzare la scena dell’apertura delle acque furono versate le acque di enormi vasche e poi l’immagine fu ripresa all’inverso, facendo apparire che le acque si stessero ritirando. Per girare la scena dell’acqua del Nilo mutata in sangue, invece, un addetto rimase immerso nelle acque tenendo in mano una sistola da cui, al momento opportuno, faceva uscire un getto di vernice rossa. Quanto alla piaga della grandine, i chicchi erano pop-corn gettati da assistenti posti su una pedana… La scena delle rane, invece, fu cancellata – ed infatti non la troviamo nel film – perché risultava troppo comica. Il regista eliminò anche il particolare degli occhi pesantemente truccati degli egiziani, perché pensava che gli spettatori degli anni Cinquanta non lo avrebbero accettato. Il film vinse l’Oscar per gli effetti speciali. Scelte fortunate…