
Ancora poco conosciuta in Italia, quella della Madonna di Guadalupe resta una delle apparizioni mariane più significative della storia.
Stiamo parlando di quelle che la Chiesa considera rivelazioni private, perché non fondano la fede e non fanno parte del patrimonio dottrinale cristiano cui non possono aggiungere alcunché. Tuttavia, possono essere un dono particolare (privato, appunto) per certe situazioni storiche di tempo e di luogo, anche se alcune, come Lourdes e Fatima, hanno una notorietà mondiale. Anche nel caso in cui la Chiesa si pronunci positivamente sulla loro autenticità, non sono mai vincolanti per la fede.
La Madonna di Guadalupe
Una delle più antiche è l’apparizione mariana a Guadalupe, straordinaria per più motivi.
Secondo i racconti tramandatici, avvenne tra il 9 e il 12 dicembre 1531, su di una collina a nord di Città del Messico (La Villa de Guadalupe). Maria apparve più volte a Juan Diego Cuauhtlatoatzin, canonizzato nel 2002: sicuramente, il santo dal nome più difficile di tutta la storia. Era uno dei primi aztechi convertiti al cristianesimo. La rivelazione ad un nativo americano, e il fatto che l’immagine mariana abbia caratteri somatici meticci, sono estremamente significativi per l’America della colonizzazione in cui gli europei stavano perpetrando gravi violazioni della dignità umana a spese degli amerindi.
È infatti l’indio Juan Diego ad essere incaricato dalla Vergine di recare al proprio vescovo l’invito a costruire in quel luogo un santuario. Questo avviene mentre lo zio di Juan Diego, Juan Bernardino, gravemente malato, sta per morire, ma la Vergine rivela a Juan Diego, che si trova sulla via, che l’infermo è già guarito: Juan Diego adempie così al suo incarico.
Il vescovo, naturalmente, non crede, e chiede una prova. Il 12 dicembre del 1531 sbocciano sul terreno della collina, in pieno inverno, delle rose profumate. Juan Diego le raccoglie nel suo mantello per portarle al vescovo come segno. Ma quando lo apre per mostrare i fiori, sul tessuto della tilma appare davanti al vescovo l’immagine di Maria, ritratta come una giovane india. Per questo è chiamata dai fedeli “Virgen morenita”. Il nome di Guadalupe viene indicato dalla Madonna: è riferibile al Real Monasterio de Nuestra Señora de Guadalupe in Spagna, ma si è notato che potrebbe essere la trascrizione in spagnolo dell’azteco Coatlaxopeuh, “Colei che schiaccia il serpente”… una sorpresa dopo l’altra.
La tilma
Ma l’enigma principale è rappresentato dalla tilma, il mantello di fibre di agave che si dovrebbe deteriorare in poche settimane (è stata fatta la prova con un mantello simile collocato accanto alla tilma della Madonna) e che invece dura inalterato da cinque secoli: un mantello che reca impressa un’immagine – a quanto risulta – acheropita, cioè non fatta da mano umana. Sul mantello della Madonna sono raffigurate le costellazioni visibili da Guadalupe nel dicembre 1531, e negli occhi di Maria, in cui ingrandendoli compaiono le ramificazioni venose tipiche dell’occhio umano, sembra siano registrate le immagini delle persone che la Vergine ebbe davanti quando Juan Diego spiegò il mantello davanti al vescovo: un uomo anziano con la barba (il vescovo, Juan de Zumárraga, spagnolo, era un francescano), un uomo, una donna con un bambino…
La scienza potrebbe addurre prove contrarie (gli studi, come per la Sindone, stanno proseguendo), e non cambierebbe niente. Mentre scrivo, ho davanti agli occhi una bella immagine della Madonna di Guadalupe regalatami anni fa da don José. Quest’immagine nei suoi cinque secoli di storia ha dato forza e consolazione a milioni e milioni di persone, rassicurandole che la Madonna è la Madre dei poveri e degli oppressi, espressione in un qualche modo della misericordia e della vicinanza del Dio che in lei ha preso la carne dell’uomo con tutte le sue fatiche e sofferenze…