
La lode del Creato… Molti luoghi della terra parlano linguaggi che arrivano all’anima. Sono il linguaggio, muto, della natura. La maestosità delle pietre, la vitalità del bosco o del giardino, la grazia delle creature piccole e grandi che lo abitano: tutte sembrano professare, con la loro semplice esistenza, una fede: Dio ci ha create!

È convinzione biblica che tutto il Creato lodi Dio in un coro unanime, ognuno secondo la propria natura e le proprie possibilità, non solo angeli, uomini, cielo e terra, monti e abissi, ma anche mostri marini e rettili, uccelli alati, bestie selvatiche e animali domestici (Salmo 148). L’ultimo versetto del Salterio, che chiude il grande libro della preghiera di Israele, invita ogni vivente a lodare il Signore (Salmo 150).
La lode del Creato: gli animali

Secondo il midrash, racconto fantastico rabbinico che interpreta con particolari immaginosi i significati dei testi biblici, ogni animale ha una sua voce con cui prega il Signore.
Il primo fra tutti, naturalmente, è il gallo, che sette volte canta prevenendo il giorno: “Sollevate, o porte, i vostri architravi, apritevi, o porte eterne… Sorgi, o giusto, e dedicati alla Torah”.
Il leone, ruggendo, proclama: “Il Signore, qual prode, esce in campo…” (cfr. Is 42,13).
I pesci, pur muti, acclamano: “La voce del Signore è sopra le acque” (Sal 29,3); e la rana fa eco: “Sia benedetto il nome della gloria del Suo regno eterno!”.
Il topo, umilmente, implora: “Tu sei giusto… poiché tu hai agito lealmente, noi invece abbiamo operato da malvagi” (Ne 9,33); e il gatto esulta: “Tutto ciò che respira lodi il Signore. Alleluia!” (Sal 150,6).

Gli animali pregano?
Questo senso di lode universale è stato sentito vivamente nei primi secoli cristiani, tanto che Tertulliano scriveva: «Prega ogni creatura. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l’aria di grida nel modo che a loro è proprio. Anche gli uccelli quando si destano si levano verso il cielo, e al posto delle mani aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa che può sembrare una preghiera»; forse, anzi quasi sicuramente, non una preghiera cosciente, comunque una preghiera ininterrotta.
Il semplice cuore delle bestie non conosce l’ostacolo del peccato, appannaggio delle creature dotate di possibilità di scelta etica; il legame creaturale che le unisce a Dio non ha altre barriere, e nella natura risplende spontaneamente la gloria del Creatore. Poiché la natura di ogni essere è orientata alla gloria di Dio, «una talpa deve scavare per la gloria di Dio e un gallo cantare», come scrive C.S. Lewis. Essere se stessi pienamente è rendere a Dio la massima gloria. Siamo noi che dovremmo imparare dalla natura a far nostra la preghiera del cuore, nel nostro caso in modo cosciente.
La lode del Creato: fratelli e sorelle

Questo fa San Francesco nel Cantico delle Creature: si fa voce cosciente di un creato che con la sua esistenza stessa è una lode del Creatore e loda Dio per gli elementi che a tutti i viventi danno sostentamento: un sostentamento che viene loro da Dio attraverso la natura inanimata, loro madre. È noto l’afflato di fraternità che legava san Francesco alle creature, al punto da chiamarle, tutte, fratello e sorella.

Un convento francescano: la Torretta a Bologna

Non c’è da meravigliarsi, perciò, se ogni convento francescano che abbia un po’ di terra intorno tenda a fare di questa un piccolo giardino dell’Eden, da cui con voce particolarmente forte si innalza la lode del Creato. E in una pace edenica con le creature è sempre vissuta suor Barberina, una semplice suora Clarissa missionaria del SS.mo Sacramento che a Bologna ha vissuto una gran parte della sua lunga esistenza (94 anni), nella preghiera, nei servizi del convento e nell’amicizia con i suoi animali.

Il convento in cui l’instancabile suor Barberina vive da molti anni è la comunità della Torretta a Bologna, caratterizzata da un bel giardino. Un bel giardino è un atto di amore a Dio e agli uomini; di questa bellezza, a Bologna, usufruiscono non solo le suore, ma anche le studentesse del pensionato e la comunità di accoglienza di madri con bambini in situazione di disagio.


Suor Barberina ha sempre professato e dimostrato, da buona francescana, un grande amore per gli animali.
In questo video la sentiamo parlare, nella sua semplicità, di questo amore. Sottolineo la sua decisa risposta alla domanda: «Quelli che amano gli animali?» «Amano il Signore!». E all’altra: «E quelli che non li amano?» «Non amano nessuno, neanche se stessi, perché, quando uno ama, l’amore è per tutti!».

E non crediate che suor Barberina sia l’unica a raggiungere una ragguardevole età in pace con la natura: nel video seguente potete vedere suor Sebastiana, anche lei ultranovantenne.
Ma poiché la vita continua, ecco due giovani che hanno appena fatto ingresso come probande nella comunità, con una commozione evidente.

E avanti con gioia…