Tempo di guerra. La liberazione di Kherson

Kherson, Monastero di San Vladimiro il Grande. Автор: Btxo – Власна робота, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22077041

L’alba del 261° giorno di guerra ha visto la liberazione di Kherson, lasciata dalle truppe russe. Kherson, occupata dai russi il 1° marzo 2022, l’11 settembre è tornata sotto il controllo ucraino. Le forze armate ucraine sono entrate in città. Le autorità invitano i soldati russi che fossero rimasti sul posto ad arrendersi immediatamente, con la promessa di vita e sicurezza.

Reazioni da parte russa

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass, dichiara che la regione di Kherson rimarrà parte della Russia, nonostante la ritirata dalla città. Alla domanda della BBC se il ritiro delle truppe russe da Kherson sia una umiliazione per il Cremlino, risponde di no. «Ci sono un sacco di esperti diversi, alcuni dicono cosa lei ha detto, altri dicono altre cose. Noi non vogliamo commentare nessuna di queste cose».   

Nel frattempo, Putin non parteciperà al G20 di Bali né in presenza né online. Motivazione fornita dallo stesso portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: ha impegni interni al Paese. 

In Russia, le televisioni descrivono il ritiro dei militari da Kherson come un ridispiegamento, una mossa tattica per proteggere le vite dei soldati. Sui social invece esplode la rabbia di chi ha sempre sostenuto la guerra e parla di sconfitta: la maggiore sconfitta per Mosca dal crollo dell’Urss.

Cautela nel rientro

il capo dell’amministrazione militare regionale di Kherson, Yaroslav Yanushevych, invita alla cautela gli abitanti di Kherson che sono ansiosi di tornare nella zona liberata dai russi. È ancora troppo pericoloso per la probabilità che il nemico colpisca gli insediamenti appena liberati, ed anche per la presenza di ordigni esplosivi probabilmente lasciati sul terreno.

Mycolaiv

Quasi tutta la regione ucraina di Mykolaiv è stata liberata dal controllo russo. A riferirlo è il governatore della regione, Vitaliy Kim. Solo il territorio di Capo Kinburn non è ancora tornato in mano alle forze di Kiev. 

A Mykolaiv, tuttavia, un attacco su un quartiere residenziale ha registrato un bilancio di sette morti e diversi feriti in un palazzo di cinque piani.

Attacchi alle infrastrutture

Secondo l’Intelligence britannica, gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche in Ucraina «stanno avendo un effetto sproporzionato sui civili, con un impatto indiscriminato su funzioni critiche come l’assistenza sanitaria e il riscaldamento. La continua priorità data a (bombardare) le infrastrutture nazionali cruciali rispetto agli obiettivi militari implica fortemente l’intenzione russa di colpire il morale dei civili. La continua preferenza della Russia per gli attacchi alle infrastrutture civili dell’Ucraina rispetto agli obiettivi militari indica fortemente l’intenzione del Cremlino di colpire il morale della popolazione civile».

«Dal 10 ottobre, la Russia ha attaccato l’Ucraina con serie di raid contro le infrastrutture elettriche, gli ultimi dei quali, quelli effettuati il ​​31 ottobre, hanno preso di mira gli impianti idroelettrici, causando ingenti danni alle centrali elettriche. Le interruzioni di corrente pianificate e di emergenza sono diventate un evento abituale in alcune parti dell’Ucraina, in particolare a Kiev. Il continuo danneggiamento delle reti dovuto agli attacchi russi avrà quasi certamente conseguenze nei sistemi di approvvigionamento idrico e di riscaldamento, che saranno maggiormente avvertite dalla popolazione civile in inverno, quando la domanda energetica aumenterà».