Arriviamo alla seconda tappa del nostro piccolo percorso scritturale: la guarigione nei Vangeli. Nel vangelo di Matteo, Gesù inaugura il suo ministero pubblico, dopo il Discorso della Montagna, con una serie di guarigioni fortemente evocative: purifica un lebbroso (escluso dalla comunità a causa della malattia: Mt 8,1-4); risana il servo di un centurione (pagano, quindi non appartenente alla comunità del popolo di Dio: Mt 8,5-13); guarisce la suocera di Simone a letto con la febbre (donna, quindi inabile al culto e marginale nell’ambito della vita civica: Mt 8,14-15). La guarigione viene per chiunque la voglia accogliere. Infine, Gesù libera gli indemoniati e risana «tutti» gli ammalati (Mt 8,16).
La guarigione non sembra mai puramente fisica: ad esempio, nell’episodio della suocera di Pietro, Gesù prende per mano la donna giacente ed ella si leva (linguaggio della Resurrezione) e si mette a servirlo (verbo della diakonia): è quello che fa il discepolo che, risanato interiormente dal Signore, si mette a servizio nella Chiesa. Nel passo parallelo di Marco, quando Gesù entra nella casa gli parlano di lei: c’è una intercessione della comunità per la donna inferma; così pure in Luca, in cui oltre tutto il verbo usato per il rialzarsi della donna è addirittura anistemi, il verbo della Resurrezione di Gesù. Altro che guarire da un bel febbrone (come lo chiama Luca il medico)!
Guarigioni fisiche nei Vangeli
Matteo 4,23
23 E Gesù percorse tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunziando l’evangelo del regno e guarendo ogni specie di infermità e ogni specie di infermità fra il popolo.
Luca 5,12-16
12 E avvenne mentre era in una certa città, che ecco, un uomo che era pieno di lebbra vide Gesù; ed egli si prostrò con la faccia a terra e lo implorò, dicendo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». 13 Allora stese la mano e lo toccò, dicendo: «Io voglio; sii purificato”. Immediatamente la lebbra lo lasciò. 14 E gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Ma va’, mostrati al sacerdote e fa’ un’offerta per la tua purificazione, a testimonianza per loro, come Mosè ha comandato». 15 Tuttavia, la notizia girava sempre di più su di lui; e grandi moltitudini si radunarono per udire e per essere da lui guarite dalle loro infermità. 16 Così egli stesso si ritirava spesso nel deserto e pregava.
Luca 6
17 Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18 che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19 Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.
Guarigione per la fede di altri
Qualche volta Gesù risana gli infermi per la fede di altri oltre che per quella del malato.
Il servo del centurione è guarito per la fede del padrone:
Matteo 8: il servo del centurione
5 Quando Gesù fu entrato in Cafarnao, un centurione si avvicinò a lui, supplicandolo, 6 dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato, tremendamente tormentato». 7 E Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò». 8 Il centurione rispose e disse: «Signore, non sono degno che tu venga sotto il mio tetto. Ma di’ solo una parola e il mio servo sarà guarito. 9 Poiché anch’io sono un uomo che ha autorità, avendo soldati sotto di me. E io dico a questo: “Vai”, e lui va; e a un altro: “Vieni”, ed egli viene; e al mio servitore: “Fai questo”, e lo fa». 10 Gesù, udito ciò, si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico che non ho trovato una fede così grande, nemmeno in Israele! 11 E io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. 12 Ma i figli del regno saranno scacciati nelle tenebre di fuori. Ci sarà pianto e stridore di denti”. 13 Allora Gesù disse al centurione: «Va’; e come hai creduto, così sia fatto per te». E il suo servo fu guarito in quella stessa ora.
Il paralitico è guarito per qualcosa che Gesù vede nel suo cuore (poiché è impedito anche nel parlare), ma sono parenti o amici che lo portano da lui con fede.
Marco 2: il paralitico
1 Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2 e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
3 Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. 4 Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. 5 Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
6 Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: 7 «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».
8 Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? 9 Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? 10 Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, 11 ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». 12 Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
La cananea
La donna cananea, siro – fenicia di etnia, e greca di lingua (e pagana di religione: quindi, il massimo di estraneità al popolo di Israele) riceve la guarigione della figlia manifestando una fede che non teme provocazioni o barriere:
Marco 7
25 Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. 26 Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. 27 Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 28 Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». 29 Allora le disse: «Per questa tua parola va’, il demonio è uscito da tua figlia».
30 Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
La guarigione nonostante gli altri: Bartimeo
Nell’episodio della guarigione del cieco di Gerico, di cui Marco dà una versione molto colorita, Gesù deve superare l’ostacolo di “molti” che cercano di mettere a tacere Bartimeo che invoca aiuto. Solo dopo aver sentito Gesù ordinare di condurlo a lui, si decidono ad aiutarlo, anzi ad incoraggiarlo. Questo particolare ci dà da riflettere sulla funzione della comunità nei confronti delle persone che hanno bisogno di entrare in rapporto col Signore, e che talvolta vengono ostacolate ed allontanate invece che aiutate ad avvicinarsi.
Marco 10
46 E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47 Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48 Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
49 Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». 50 Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51 Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». 52 E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.
La guarigione spirituale
Spesso la guarigione riguarda tutto l’uomo, il suo corpo come il suo spirito. Abbiamo già visto la parola di Gesù al paralitico:
Matteo 9,6-7
«Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Talvolta invece Gesù risana soltanto l’anima, quando non è il corpo ad aver bisogno di guarigione. Esemplare a questo riguardo è la vocazione del pubblicano.
Marco 2
13 Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. 14 Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì.
15 Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16 Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?». 17 Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».
Non c’è solo il peccato da cui guarire: ci sono tante inquietudini, angosce, fatiche.
Matteo 11,28-29
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Giovanni 14,27
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Abbiamo dunque diversi tipi di guarigione.
- C’è una guarigione che è fisica: da malattie, da menomazioni.
- Gesù guarisce anche nell’anima: la guarigione del paralitico parte dall’interno, poi si manifesta esteriormente. I miracoli sono segni che il Regno di Dio ha fatto irruzione nella storia, per sanare tutto l’uomo.
- Talvolta la guarigione è solo interiore, un processo di purificazione del cuore dalle sue inquietudini e dalle sue fatiche. Pensate a Marta, che si agita per servire e perde l’Incontro… Marta si affanna e si turba per le molte cose da fare, il suo cuore è diviso.
La Donna dell’unità del cuore
Luca 10
38 Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39 Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40 Marta invece era tutta presa [perispàomai] dai molti servizi [diakonìa]. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41 Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi [merimnào] e ti agiti [thorybàzo] per molte cose, 42 ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
È utile un piccolo glossario:
Perispao = tirare intorno, strappare via. Tirare o rivolgere altrove, distrarre, svolgere, rimuovere (spao = estrarre, trarre, tirare a sé). Questo verbo dà l’idea di tirare e rigirare di qua e di là.
Merimnào = darsi cura.
Thorybàzo = fare strepito, tumulto; trepidazione, inquietudine; disordine, confusione.
Torniamo qui alla preghiera del salmista: Unifica il mio cuore… torniamo all’invito di fare unità, fare calma dentro di sé.
Non per niente l’antitesi all’agitazione e dispersione del cuore di Marta è il cuore della Vergine Maria, che conservava tutto nel suo cuore meditando (Lc 2,19). Il verbo usato dall’evangelista ad esprimere la meditazione di Maria è sym-ballo, cioè mettere insieme, unire, fare unità dentro di sé.