
La forma verbale della Rivelazione: è ancora, questo, un argomento importante per introdursi alla letteratura profetica, e non solo. Riguardo alla forma verbale che la rivelazione assume attraverso il profeta, riporto qualche considerazione di ABRAHAM J. HESCHEL (Dio alla ricerca dell’uomo, Borla, Roma 1969). Come può la divina Rivelazione veicolarsi attraverso le parole dell’uomo? In effetti, ogni affermazione umana è inadeguata ad esprimere Dio. E allora?
La forma verbale della Rivelazione
«Che cosa intendevano i profeti con l’espressione “Dio parlò?”. Per comprendere le affermazioni del profeta relative alla sua esperienza dobbiamo tenere a mente i seguenti principi sulla natura di questa affermazione:
- Le cose e le parole hanno molti significati.
- Le affermazioni dei profeti sono affermazioni inadeguate.
- Il linguaggio dei profeti è il linguaggio della grandiosità e del mistero.
- Bisogna fare una distinzione fra le parole descrittive e quelle indicative.
- Le affermazioni del profeta devono essere ricevute in maniera rispondente» (p. 200.
Guardarsi dall’interpretazione solo letterale
«La maniera più sicura di fraintendere la rivelazione consiste nel prenderla alla lettera, come se Dio avesse parlato al profeta ad un telefono interurbano…
L’errore di chi si attiene al significato letterale è quello di supporre che le cose e le parole abbiano un solo significato. La verità è che esse hanno significati diversi secondo le situazioni.
Oro significa ricchezza per il mercante, un oggetto ornamentale per il gioielliere, “un metallo duttile, malleabile, che non si arrugginisce, di alto peso specifico” per il tecnico, e bontà per il rètore (“un cuore d’oro”).
La luce è una forma di energia per il fisico, uno strumento di bellezza per l’artista, una espressione di grandiosità nel primo capitolo della Bibbia.
Ruach, la parola ebraica che sta per “spirito”, significa anche soffio, vento, direzione. E chi pensa solo al soffio perde il significato più profondo del termine. Dio è chiamato padre, ma chi intende questo nome fisiologicamente distorce il significato di Dio.
Il linguaggio della fede adopera soltanto alcune parole coniate nel suo spirito: la maggior parte dei suoi termini invece derivano dalla sfera più generale dell’esperienza umana e vengono quindi dotati di un nuovo significato. Di conseguenza, prendendo queste parole alla lettera noi perdiamo le particolari connotazioni che esse hanno assunto nell’uso religioso».
Pluralità di significati
«Il significato delle parole nel linguaggio scientifico deve essere chiaro, preciso, privo di ambiguità, tale da suggerire a tutti lo stesso significato. Nella poesia, invece, le parole che hanno un solo significato sono considerate scialbe. La parola giusta è spesso quella che evoca una pluralità di significati e che deve essere compresa a diversi livelli. Ciò che costituisce un pregio nel linguaggio scientifico è una mancanza nell’espressione poetica» (p. 201).
«… Il significato letterale è soltanto un minimo di significato. “Dio parlò”. Bisogna forse intenderlo simbolicamente: egli non parlò, ma era come se avesse parlato?… E tuttavia, il fatto che “Dio parlò” non costituisce un simbolo. Un simbolo non fa scaturire un mondo dal nulla. E neppure fa venire alla luce la Bibbia. Il discorso di Dio ha una realtà che non è inferiore bensì superiore al significato letterale» (p. 202). «Eppure vi è un tipo di lettore che, quando gli si parla della scala di Giacobbe, chiederebbe quanti erano i gradini» (p.205).
Dio alla ricerca dell’uomo
«A differenza dell’atto misterico, la rivelazione non scaturisce dalla ricerca di una esperienza esoterica. Ciò che caratterizza il profeta è, al contrario, il tentativo di sfuggire a questa esperienza.
Egli non gode la sua visione come si gode il raggiungimento di una meta agognata. La rivelazione non è un atto del suo ricercare, ma del suo essere ricercato, un atto nella ricerca dell’uomo da parte di Dio… La via verso Dio è una via di Dio…
L’esperienza mistica è un volgersi dell’uomo verso Dio, mentre l’atto profetico è un volgersi di Dio verso l’uomo… Attraverso l’esperienza mistica può essere che l’uomo riesca a vedere a fondo nella vita di Dio, mentre attraverso l’atto profetico veniamo a sapere che Dio vede a fondo nella vita dell’uomo» (p. 220).
«L’esperienza mistica è un’estasi dell’uomo, la rivelazione è un’estasi di Dio» (p. 221).