Lettura continua della Bibbia. La donna cingerà l’uomo!

Madonna del Parto. Di Antonio Veneziano (XIV secolo, discepolo di Taddeo Gaddi) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=41399512

Sulla strada del ritorno di Israele alla terra dei Padri, il profeta Geremia promette una meraviglia, una cosa mai vista: la donna cingerà l’uomo. Ma che cosa significa?

La donna cingerà l’uomo: il testo

31,21 Pianta dei cippi,
metti pali indicatori,
sta’ bene attenta alla strada,
alla via che hai percorso.
Ritorna, vergine di Israele,
ritorna alle tue città.
22 Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle?
Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra:
la donna cingerà l’uomo!

La donna cingerà l’uomo… Interpretazioni

Ci soffermiamo dunque su un versetto del libro di Geremia, contenuto in quella parte chiamata «Libro della consolazione» (cap. 30-33): «Il Signore crea una cosa nuova sulla terra. La donna circonderà l’uomo» (Ger 31,22). Questo versetto rappresenta una sorta di enigma.

L’enigmatica espressione è stata spiegata in modi diversi.

Potrebbe semplicemente riferirsi all’abbraccio simboleggiante una pace e un’armonia ritrovate, ma non si spiegherebbe in tal caso tutta la meraviglia che deve suscitare.

Un significato probabile è questo: la persona più debole (neqevah, “femmina”) proteggerà (cingere nel senso di circondare come in una battaglia) il più forte (l’uomo non è indicato con ’ish né con zakar, ma con gever, che designa l’eroe). Dati dunque i termini usati, circondare che è vocabolo militare, neqevah = femmina per donna, e ghever = eroe per uomo, si vuole probabilmente accentuare il contrasto fra debolezza e forza, dove la meraviglia operata dal Signore è la debolezza che vince. È una delle tante immagini bibliche che esprimono il paradosso di Dio, la salvezza attraverso la piccolezza. Ecco la cosa nuova: il debole, disprezzato, è la vera forza. Ma questa non sarebbe davvero una novità nella storia della salvezza, che è piena di esempi simili, anzi è impostata su di essi, sia al femminile che al maschile.

Seconda interpretazione: la “donna” è la sposa di Dio, Israele, mentre l’uomo (’ish vuol dire anche marito) è il Signore cui il popolo ritorna lasciandosi salvare da lui. In senso simbolico, quindi, potrebbe rappresentare l’abbraccio fra l’umanità e Dio che è il Forte, attraverso l’immagine nuziale tanto usata dai profeti a partire da Osea.

Una profezia messianica?

Un terzo tipo di interpretazione è quello dato da San Gerolamo: la Donna è Maria che porta nel grembo l’Uomo nuovo Gesù. San Girolamo vi vede infatti una profezia messianica: la donna che cinge l’uomo è la madre che concepisce il bambino, qui la Vergine Maria che porta in grembo Gesù. Al v. 8 è menzionata, fra il popolo che ritorna, la donna incinta e la partoriente, e ricordiamo che anche Rachele, che piange i suoi figli, è morta di parto, ma li vedrà tornare con gioia.

Rispetto a Geremia, questa interpretazione risulta anacronistica, inoltre la donna non è chiamata ’isshah come l’antica Eva; ma l’immagine del parto è persistente, la gravidanza è veramente la situazione in cui la donna cinge l’uomo, e il Seme della donna sarà quello che sconfiggerà il serpente antico…

Anche se non è esegeticamente la spiegazione più probabile, ci aiuta però a tornare all’immagine primordiale della vecchia Eva e della sua lotta per l’Uomo espressa nella parola al Serpente in Gn 3,15:

«Porrò inimicizia fra te e la donna, fra il tuo seme e il seme di lei: esso ti schiaccerà la testa».

Il seme, zerach, è un termine collettivo che designa la discendenza della donna, dunque l’umanità. Fu poi tradotto con autós, <<egli>>, nella versione greca dei LXX, venendo ad indicare, nell’umanità, un individuo eminente, il Messia. Nella traduzione latina divenne femminile, ipsa conteret caput tuum, in senso mariologico, quello a cui siamo abituati, anche se il significato originale resta collettivo, essendo il seme della Donna chiamato a combattere contro il male lungo tutto il corso della sua storia. Secondo S. Gerolamo, ci incontriamo qui con colei che è la primizia dei rinati e la madre del popolo di Dio, la nuova Eva, Maria, Torre regale di Davide, sacerdote che offre tutta la sua persona al Signore, profeta col suo Magnificat ma prima ancora con tutta la vita.