C.S. Lewis e la conversione del più grande scienziato vivente

La conversione di Francis Collins

Il film Freud – L’ultima analisi ha nuovamente attirato l’attenzione sullo scrittore cristiano C.S. Lewis, presentato nella pellicola come interlocutore e antagonista del padre della psicanalisi, campione di ateismo. In quel film Lewis, quarantunenne, deve ancora farne di strada, anche se si è già messo in luce nell’ambiente britannico non solo come eccellenza del mondo accademico di Oxford, ma anche come apologeta cristiano. Lewis infatti, dal momento della sua conversione a Cristo nel 1931, è stato un fervente diffusore del messaggio evangelico, sia con la sua saggistica religiosa che con i suoi romanzi e racconti, tutti appartenenti alla letteratura dell’Immaginario (allegoria, fantascienza, fantasy, mito…). Ma il bello è che questa sua vasta produzione letteraria ha ottenuto un giro di conversioni al cristianesimo difficilmente eguagliabile anche dai Santi del calendario.

Per avere il riconoscimento della santità eroica di una persona occorrono prove di miracoli, miracoli fisici, palpabili, verificabili. Ma altri ne accadono che non sono misurabili con strumenti o tangibili con gli organi di senso: sono i miracoli dello spirito. In questo, C.S. Lewis è stato un vero campione. Generazioni di lettori si sono convertite leggendo i suoi libri: fra questi, per citarne uno solo, lo scienziato americano Francis Collins, scopritore del genoma umano: nel 2003 ha ottenuto infatti la mappatura ed il sequenziamento dei 3 miliardi di lettere che compongono il nostro DNA.

C.S. Lewis e la conversione di Francis Collins

Francis Collins. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4154369

Collins, un giovane ricercatore, studente di medicina del terzo anno presso l’Università della Carolina del Nord, si definiva un ateo di ferro finché in un giorno del 1976 non si imbatté in un libricino di Lewis, Mere Christianity (Il Cristianesimo così com’è). A regalargli il libro era stato un pastore metodista che attraverso quel regalo intendeva così rispondere alle domande del giovane scienziato. Così Collins racconta:

«Nei giorni successivi, sfogliandone le pagine e sforzandomi di assorbire nella loro ampiezza e profondità le argomentazioni intellettuali di questo leggendario studioso di Oxford, mi resi conto che i tutti i miei costrutti contro la plausibilità della fede erano degni, al massimo, di uno scolaretto […]. Lewis pareva conoscere tutte le mie obiezioni, talvolta anche prima che fossi riuscito a formularle con precisione, e le risolveva invariabilmente nell’arco di una o due pagine. In seguito, quando scoprii che anche lui era stato ateo e si era proposto di confutare la validità della fede sulla base di argomenti logici, riconobbi quanto sarebbe potuto essere illuminante sul mio percorso, perché era stato anche il suo» (F. Collins, Il linguaggio di Dio, Sperling & Kupfer, Milano 2007, 14).

Mere Christianity

Il libretto, precisa lo scienziato in una intervista, «fece cadere le mie argomentazioni “a tenuta stagna” sul fatto che la fede fosse semplicemente irrazionale, rivelandole piene di buchi. Di fatto rovesciò le mie posizioni, convincendomi che la scelta di credere era la conclusione più razionale se uno guardava alle evidenze attorno a sé. Fu una sorta di rivelazione scioccante, a cui ho cercato di resistere strenuamente per un anno, ma che poi ho deciso di accettare» (A. Galli, Dal genoma a Dio in «Avvenire» 20 ottobre 2006).

Un materialista arriva alla fede

Ritirando nel maggio 2020 il Templeton Prize assegnatogli per la sua carriera e il suo impegno a sostegno dell’integrazione tra fede e ragione, Collins ha dichiarato:

«Ero un materialista convinto che trovava poco utile tutto ciò che non poteva essere affrontato con la sperimentazione scientifica. Ma quando sono passato dalla meccanica quantistica alla facoltà di medicina, ho trovato difficile ignorare le grandi domande sull’esistenza mentre ero seduto tra i letti dei malati e dei morenti, e la scienza non era molto utile a rispondere. Le persone di fede sembravano rivendicare la saggezza in quel campo, ma immaginavo che quelle intuizioni fossero basate sulla  superstizione.

Cercando di respingere la prospettiva della fede, rimasi sbalordito nello scoprire una ricca vena di pensiero filosofico e teologico. L’ateismo, la negazione della possibilità di qualsiasi cosa che la scienza non può misurare, emerse come la visione del mondo più povera ed irrazionale. E con mio stupore, gli indicatori della presenza di un Creatore iniziarono ad apparire ovunque, incluse le osservazioni scientifiche sull’universo. Ancora più importante, la persona di Gesù è emersa come la più profonda narratrice di verità che abbia mai incontrato, e mi ha invitato a prendere una decisione…

Sono cristiano da 43 anni, ho trovato una gioiosa armonia tra le visioni del mondo scientifiche e quelle spirituali e non ho mai incontrato una differenza inconciliabile. Ho avuto il privilegio di guidare progetti scientifici che hanno scoperto la causa della fibrosi cistica, la sequenza completa del genoma umano e lo sviluppo della medicina di precisione che ogni giorno salva vite dal cancro. L’elegante complessità della biologia umana crea costantemente in me un senso di timore reverenziale, eppure mi rattrista la sofferenza e la morte che vedo tutt’intorno.

La scienza: Amare Dio con la mente

A volte, confesso di essere assalito da dubbi su come un Dio amorevole possa permettere simili tragedie ma poi ricordo che è quel Dio che pendeva dalla croce e che ha una profonda familiarità con la sofferenza. Imparo e riapprendo che Dio non ha mai promesso la libertà dalla sofferenza, ma piuttosto è “un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà” (Salmo 46). Nel Vangelo di Matteo i discepoli chiedono a Gesù di nominare il più grande comandamento ed Egli rispose: “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, tutta la tua anima e tutta la tua mente”. Anche le nostre menti avrebbero dovuto essere quindi coinvolte! Ciò significa che la scienza non è solo un esercizio intellettuale stimolante, non è solo una straordinaria storia d’indagine, ma può anche essere una forma di adorazione».

Grazie ai libri di C.S. Lewis, il cammino di Francis Collins non si è limitato alla ricerca dei segreti fisici dell’universo, ma è stato un viaggio alla scoperta di un significato più profondo dietro la realtà visibile, per cui scienza e fede si sono riconosciute come strade di conoscenza complementari messe al servizio della vita.