Lettura continua della Bibbia: Luca. La Passione atto primo: La Cena (22,7-40)

La Cena
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I preparativi della Cena

         Questi erano i preparativi necessari per la celebrazione della Cena pasquale:

– entro le 12.00 del 14 Nisan procedere all’eliminazione del lievito

– verso le 15.00 celebrare l’immolazione dell’agnello dopo il sacrificio pomeridiano

– iniziare la cena verso le 18.00, dopo il tramonto.

Luca 22,7 Per la Cena pasquale con i discepoli, l’iniziativa è di Gesù: manda allo scopo Pietro e Giovanni (in Mc 14,13 i discepoli sono anonimi), che saranno poi anche i protagonisti della prima parte degli Atti (cap. 3 – 8).

Luca 8-13 Attraverso i discepoli, Gesù cerca katàlyma (così chiamato anche in Mc 14,14), che è una grande stanza al piano superiore arredata con divani. La situazione è simile a quella del censimento: la Pasqua doveva essere celebrata nella città e i gerosolimitani erano tenuti ad offrire ai pellegrini le stanze disponibili. Il katàlyma che aveva escluso Gesù alla nascita adesso lo accoglie. Dal mistero dell’Incarnazione al mistero della Passione. Ma la sua adesso non è più una famiglia di sangue, basata su di un legame biologico: nasce la Chiesa (Maria sarà presente nel Cenacolo, cfr. At 1,13).

I vv. 14-18 si riferiscono al rito antico del banchetto pasquale: l’agnello (pasqua) e il calice di benedizione (terza coppa). Questi elementi sono rammentati come prefigurazione della morte di Gesù e del compimento del Regno di Dio. È giunta l’ora: è un evento atteso, la vita non è una serie di momenti casuali. Nel v. 15 Luca sottolinea la condivisione con gli apostoli e l’ardente desiderio di comunione (v. 16) che viene spezzata dalla croce, ma troverà compimento, pienezza nel regno di Dio. La rinuncia alla pasqua terrena che è l’agnello è connessa alla certezza dell’adempimento del Regno.

È lui la Pasqua, d’ora in avanti l’agnello pasquale è la sua Persona. Vv. 17-18: Così pure Gesù in Luca anticipa il gesto del calice, che per lui sarà compiuto nel Regno di Dio.

Il banchetto eucaristico

I vv. 19-20 si riferiscono invece al banchetto eucaristico: Gesù dà il suo corpo e sangue al posto dell’agnello e del vino. Così, trasforma la pasqua ebraica nella sua Pasqua, l’Eucaristia.

Luca 22,19-20 La formula dell’istituzione eucaristica è liturgica: nel memoriale liturgico siamo tutti dentro l’evento. Lo spezzare il pane indicava la commensalità o comunione che unisce profondamente i partecipanti. Ma qui la comunione è più pregnante: è nel corpo di Gesù.

Luca segue in parte, nella narrazione della Cena del Signore, la tradizione testamentaria che è prevalente in Giovanni: il discorso di addio di Gesù (22,21-30) è un testamento spirituale sul modello dei discorsi di Mosè e Tobia, più sviluppato in Gv 13-17.

I discepoli

Luca 22,21-23 dà poco rilievo al tradimento: ha già parlato di Satana, non importa ormai chi ne è lo strumento. Marco e Matteo anticipano la predizione del tradimento a prima del banchetto, o forse è Luca che la pospone, forse in modo più aderente alla realtà storica. Lo scopo di Luca è però anche parenetico: neppure la commensalità eucaristica può garantire dalla defezione. Impressionante il passaggio diretto dalla consacrazione del calice alla rivelazione del traditore. Giuda non viene scagionato dalla sua responsabilità perché agisce liberamente. 1 Cor 11,28 raccomanda infatti di esaminare se stessi prima di partecipare alla mensa del Signore.

Luca 22,24-27 colloca qui la discussione sul più grande: il più grande divenga come il più giovane e colui che governa come colui che serve. Il modello è Gesù: Io sto in mezzo a voi come chi serve. Alla concezione mondana dell’autorità Gesù contrappone il servizio. Non nega la gerarchia ma la pone al servizio dei più poveri, la diaconia della mensa (At 6,1-6), giustamente collegata con l’istituzione dell’Eucaristia.

22,28-30: Per i discepoli Gesù dispone un Regno, la gioia di mangiare e bere alla sua tavola, di sedere su troni per giudicare.

22,31-32 La preghiera per Pietro è un brano esclusivo di Luca: Pietro non è eletto per le sue qualità umane, ma per la sua fede: paradosso di Dio che si manifesta nella debolezza umana.

Luca 22,33-34: Segue, infatti, la predizione del rinnegamento.

Luca 22,35-38 Invito a procurarsi borsa, bisaccia e spada. Brano esclusivo di Luca: il momento è drammatico e continuerà anche nell’esperienza successiva della Chiesa. La spada indica la preparazione spirituale alla battaglia della fede mediante la preghiera e la perseveranza. Il fraintendimento (le due spade che i discepoli hanno portato con sé) lascia Gesù solo ad affrontare il momento supremo, con tristezza: la passione.

Luca 22,37 Unica citazione esplicita dei Vangeli di Is 53, il grande canto del Servo sofferente. La Passione non è un tragico errore giudiziario, ma l’attuazione della volontà di Dio per la salvezza del mondo.