«La casa nella prateria». L’epopea del vecchio West

La casa nella prateria

La casa nella prateria… Chi non sarebbe stato contento di vivere in una catapecchia come quella degli Ingalls, pur di avere l’affetto e le amorevoli e sapienti cure di un babbo Charles e di una mamma Caroline? E chi non avrebbe sentito con piacere il senso di comunità degli abitanti di quel paesino del Minnesota, Walnut Grove? Vi avrebbe trovato il buon reverendo Alden e l’infaticabile dottor Backer, medico di quelli all’antica che a ogni ora e con ogni tempo, giorno e notte, erano a disposizione dei pazienti cui dedicavano l’intera vita. E questo non ostante i dispetti della perfida Nellie Oleson, spalleggiata dall’altezzosa madre Harriet?

La casa nella prateria: la serie televisiva

Nellie Oleson
Nellie Oleson Di Interista08 – https://www.youtube.com/watch?v=YzLHgU__QUE link del video pubblicato dal canale ufficiale della serie televisiva, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=8452718

La serie televisiva dedicata alle vicende della famiglia Ingalls, «La casa nella prateria», è stata prodotta fra il 1974 e il 1984. Dal 1977 è presente anche in Italia, dove ha allietato generazioni di piccoli e grandi. Questo, per un totale di nove stagioni in cui le piccole attrici sono cresciute al pari dei loro personaggi che mettono su a loro volta famiglia, come nella realtà. Nella realtà; sì, perché il fondo della storia è vero. Laura Ingalls è un personaggio reale con tutta la sua famiglia, e il telefilm che la vede protagonista non ha fatto altro che ispirarsi ad una serie di libri autobiografici che la scrittrice ha pubblicato a partire dal 1932, «Little House», l’epopea di una famiglia di pionieri.

La famosa sigla QUI.

La casa nella prateria: i romanzi

La casa nella prateria, il museo di Walnut Grove
Walnut Grove Di Scott Catron – English Wikipedia [1], CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=819237

Quando Laura Ingalls Wilder cominciò a scrivere la serie nel 1932, aveva semplicemente l’intenzione di preservare le storie di un’epoca ormai passata, quella dei pionieri che era stata la sua negli anni della fanciullezza, tra gli anni 70 e 80 dell’Ottocento. Gli otto volumi della serie, terminati nel 1943, dipingono effettivamente un affresco letterario della vita dei pionieri in  Wisconsin, Kansas, Minnesota, e Dakota del Sud.

I suoi libri resero famosa Laura, in America e negli altri stati dove furono tradotti in più di 40 lingue. I fan visitavano i siti dei suoi libri e chiedevano di incontrarla nella sua casa di Ozark Mountain. Questo fino alla sua morte, avvenuta nel 1957 all’età di 90 anni.

La casa nella prateria, serie letteraria

La traduzione italiana ha dovuto aspettare invece oltre 80 anni per vedere la luce, ma adesso esiste, per i tipi delle edizioni Gallucci.

L’intento della scrittrice era solo quello di conservare le memorie di una famiglia e di un’epoca. Non si proponeva di dare spessore psicologico ai personaggi né di conferire drammaticità o comicità alle loro vicende, come farà la serie televisiva. Lo stile, estremamente semplice e piano, si gusta come un buon piatto casalingo di quella cucina che i romanzi della Ingalls evocano con tanta nostalgia.

Torte di mele, vestiti di cotonina, la meraviglia di mangiare, una volta nella vita, un’arancia, senza sapere bene come sbucciarla, lezioni da imparare tutte a memoria in una scuola in cui i bambini di sei anni convivono con i ragazzi diciottenni, il dono di un libro vissuto come un evento, tutto questo si unisce all’avanzata dei pionieri nel West mentre l’esercito respinge gli indiani nelle riserve, i lupi minacciano il bestiame, le cornacchie distruggono il raccolto, il tornado rade a zero la fattoria, e con tutto ciò il terreno va tenuto stretto per cinque anni, altrimenti il governo annulla la concessione, e bisogna ricominciare tutto da capo…

La famiglia Ingalls

Caroline e Charles Ingalls

Il Charles Ingalls della realtà nasce a New York nel 1836 e la sua vita è tutta un viaggio. Prima, da bambino, in Illinois; poi, sposatosi con Caroline Quiner, in Wisconsin, Kansas, Minnesota, Iowa; infine, fino alla morte sopravvenuta nel 1902, nel Sud Dakota. Appena il posto in cui abitava veniva a popolarsi, la famiglia si trasferiva altrove cercando maggiore solitudine. Uno sprazzo di questo spirito pioneristico si trova nel romanzo «Gli anni d’oro» con la seguente affermazione: «La regione si sta popolando. Abbiamo fatto solo quaranta miglia e avremo visto sei case»!

Il Charles Ingalls della realtà ha avuto veramente cinque figli, come nel telefilm: Mary, la maggiore, che a 14 anni diviene veramente cieca; Laura, la bimba istintiva e sbarazzina che divenne insegnante, sposò realmente Almanzo Wilder e morì novantenne nel 1957; le minori, Carrie e Grace, e il piccolo Freddie morto ancora lattante.

La casa nella prateria: realtà e fantasia

Come nel telefilm, Ingalls era un ottimo lavoratore, suonava il violino ed era persona autorevole, serena e piena di buon senso, anche se nessuno riconoscerebbe il volto barbuto del Charles Ingalls della realtà nella faccia aperta e solare di Michael Landon, l’attore che l’ha impersonato nella fantasia. E di fantasia lavorano i 204 episodi della serie tv, ampliando enormemente gli scarni dati dei romanzi di Laura. E, no, non è vero che Mary si è sposata, non è vero che la famiglia Ingalls ha adottato un maschio, non è vero che ha trascorso la vita a Walnut Grove. Ma in una serie televisiva non si sarebbe potuto fare altrimenti.

La quarta stagione, girata nel 1977-78, avrebbe dovuto segnarne la conclusione, e invece la produzione andò avanti per altre cinque. Adesso il canale 27 la sta riproponendo, e devo dire che non è invecchiata affatto. Quanto ai libri, vale la pena di leggerli. Non vi troverete tutte le avventure, cui la serie tv ci ha abituato, ma vi troverete uno spaccato di vita di altri tempi. Nostalgia di quando eravamo più giovani? Forse; ma anche, nostalgia di quando la vita costava più sacrificio, e le cose buone erano più apprezzate.