
Il Papa concede alla chiesina di S. Maria degli Angeli l’indulgenza della Porziuncola per il 17 settembre; a fine secolo XIV, la Verna risulta casa di noviziato. Si costruisce la cappella del Cardinale e della Maddalena (Prima Cella).
1 dicembre 1392 (Splendor paternae gloriae)
Bonifacio IX concede l‟indulgenza della Porziuncola a chi visita la chiesa della Verna il 17 settembre (Ms A n. 1).
1394: la Verna Casa di Noviziato
Nel Capitolo Provinciale celebrato a Figline dai Frati Minori, prima della separazione del governo fra Conventuali e Osservanti (1446), la Verna risulta casa di noviziato per i nove conventi della Custodia Aretina: La Verna, Arezzo, Cortona, S. Margherita, Castiglion Aretino, Poppi, Lucignano, Montevarchi, Ganghereto.
«Vicarius conventus Sacri Montis Alverne fr. Antonius de Balneo, Magister novitiorum fr. Lucas de Bifurcho» (Tabulae Capitulares p. 420).
Fine Trecento: la Cappella del Cardinale

Alla fine del Trecento si ha notizia della costruzione di una cappella sul luogo della prima cella di S. Francesco. Nella cappella superiore, detta del Cardinale, viene sepolto il cardinale Galeotto Tarlati di Pietramala, morto ad Avignone nel 1398. Sarà poi dedicata, nel 1669, a S. Pietro d‟Alcantara (Mariano p. 37).
Il P. Cresi asserisce, con fondamento, che la cappella sia stata edificata non alla fine del Quattrocento, come dicono gli storici della Verna dall’Ottocento in poi, ma alla fine del Trecento: infatti, «durante ancora lo scisma» d’Occidente, cioè prima del 1415, vi fu portato il corpo del card. Galeotto Tarlati di Pietramala che morì nel 1396 ad Avignone (Mariano p. 38; 63; Cresi p. 11).
Galeotto di Pietramala, chi era costui?

Figlio di Magio Tarlati da Pietramala e di Rengarda Malatesta da Rimini, Galeotto nacque nel 1356 in un castello della Valtiberina.Il 18 settembre 1378, ad appena ventidue anni, fu creato cardinale da Urbano VI per ricompensare la fedeltà dei Tarlati e dei Malatesta alla Chiesa. Fu uomo di lettere colto e raffinato, attivo nella politica familiare ed ecclesiale, più principe secolare che uomo di Chiesa. Si segnalò anzi per il tenore di vita sfarzoso, uscendo a cavallo con almeno trenta scudieri e dodici servitori in livrea, benché le ristrettezze economiche lo ostacolassero nel mantenere quello stile. Alternò la sua esistenza fra la Curia romana, al servizio del pontefice, e i suoi castelli della Valtiberina aretina, dove si curò di tutelare gli interessi della propria famiglia.
Nel 1387, vedendo che il papa non proteggeva più gli interessi dei Tarlati contro le invasioni dei fiorentini, passò al seguito dell’antipapa Clemente VII in Avignone. Il 16 settembre 1394 Clemente VII morì e Galeotto partecipò al Conclave in cui fu eletto l’antipapa Benedetto XIII. L’anno successivo fece anche parte di una commissione di nove cardinali incaricata di formulare ipotesi sulla possibilità di risoluzione dello scisma.
Nella tarda primavera del 1398 il cardinal Galeotto morì di calcolosi renale a Vienne, nel Delfinato, dove si trovava in missione per conto di Benedetto XIII. Il corpo fu trasportato in nave fino ad Avignone, dove si svolsero le esequie solenni. Fu poi sepolto, per sua volontà, nella cappella edificata nel santuario francescano della Verna, cui era legato da profonda amicizia.
Doni alla Verna
L’Inventario di tutte le cose e beni appartenenti alla Verna del 10 luglio 1432 (Archivio della Verna, filza VII n. 9) segnala presenti nella sacrestia:
- «Una croce d’ariento grande con piedistallo, elle sante Marie dal lato, la quale dissono vi lasciò il cardinale da Pietramala;
- Bacino, cioè uno bacino e due ampolle, ogni chosa d’ariento, e nel bacino allarme del sopradetto Cardinale;
- Una navicella d’ariento e il chuchiaio con detta arme;
- Una terribile [un turibolo] d’ariento fornito [completo, quindi con navicella] lasciò il detto Cardinale;
- Tonicella di brochato bianco con brusti rossi a liopardi e foglie: donò, dissono, il cardinale da Pietramala; erano a suo dosso».
Se foste saliti alla Verna nel 1397…

Se foste saliti alla Verna negli ultimissimi anni del Trecento, avreste finalmente potuto vedere, nel luogo da cui si scende al Sasso Spicco, una nuova costruzione sorgere là dove la tradizione indicava essere stata la Prima Cella di San Francesco. È una curiosa cappella a due piani, l’inferiore dedicato alla Maddalena, il superiore intitolato originariamente alla memoria del cardinale Galeotto di Pietramala. Avreste potuto entrare nelle due cappelle e pregare.
Fonti di questo frammento di storia alvernina:
Tabulae Capitulares Provinciae Tusciae O.M. (Saec. XIV – XVIII), AFH 10 (1917) 413-497
F. MARIANO DA FIRENZE, Dialogo del Sacro Monte (1522) a cura di Ciro Cannarozzi, Pacinotti, Pistoia 1930
P. DOMENICO CRESI OFM, Per la storia del Santuario della Verna, SF 39 (1961) 3-11
Pierluigi LICCIARDELLO, Galeotto Tarlati, in Dizionario Biografico degli Italiani – Treccani – Volume 95 (2019), ad locum