
Fino al capitolo 5 degli Atti degli Apostoli tutto avviene a Gerusalemme all’interno del popolo d’Israele. I capitoli che seguono mostrano il cammino di una evangelizzazione che supera i confini della città effondendosi verso regioni sempre più remote: nel capitolo 8, la Samaria. Ma l’evangelizzazione delle genti sarà soprattutto una prerogativa di Saulo…
«Saulo frattanto, sempre fremente minaccia strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della via di Cristo, che avesse trovati».
Dottrina qui è hodòs, cioè cammino, via. Saulo segue un’altra via, e intende costringere al silenzio e all’abiura i seguaci di un’altra strada che non condivide. È intransigente nelle osservanze e altrettanto pretende dagli altri. La salvezza, per lui, passa attraverso l’osservanza fedele di Israele: non solo la salvezza di Israele, ma anche quella di tutti gli altri popoli.
La caduta sulla strada
Sulla strada per cui lo conduce lo zelo religioso, Saulo stramazza a terra. È il suo mondo che crolla insieme a lui. La luce che gli si manifesta lo acceca, può vedere solo dentro di sé. Le tenebre lo avvolgeranno per tre giorni. Nel buio, una Voce:
«All’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?».
«Rispose: Chi sei, o Signore?». «Io sono Gesù, che tu perseguiti!».
Saulo sta perseguitando la Chiesa, ma la Chiesa, lo capisce da questo momento, è il Corpo di Cristo. Il Cristo Gesù non si può più vedere su questa terra, e Saulo non lo vede, ma ode la sua Voce e vede la sua Chiesa, che è suo Corpo. Ha perso la sua strada, ma sta per trovarne un’altra. Dovrà affidarsi a qualcuno che lo guidi.