
Padre Stephan, della Chiesa cattolica greco-ucraina di Grosseto e Piombino, continua a spiegarci le particolarità del rito bizantino.
La Messa nel rito greco-ucraino cattolico e la bellezza della liturgia
Nella Messa il canto è fondamentale, tutte le Messe sono cantate. Qualche volta mi capita nel giorno feriale che viene tanta gente, a volte capita che non viene nessuno: canto io da solo. Oppure possono capitare due, tre persone che non cantano proprio: canto da solo, è un po’ difficile però si può fare. Però in generale il Signore mi porta sempre una persona che sa cantare, è un miracolo. Per esempio martedì viene una signora che sa cantare benissimo, un altro mercoledì un’altra donna che anche sa cantare forse non tanto benissimo però canta, grazie a Dio. I fedeli devono essere coraggiosi e cantare sempre, vanno incoraggiati, poi succede quello che succede… Alcuni preti hanno un bel coro che può imparare. Alcuni un coro che canta melodie più semplici, e così quando c’è una celebrazione con i bambini tutti i bambini anche piccoli piccoli stanno accanto, ascoltando il Vangelo, poi durante la Preghiera dei fedeli si dà il microfono ai bambini e loro dicono “Voglio pregare per mio papà”, “per il mio gatto” eccetera, è molto carino e molto bello e partecipato.
La bellezza della liturgia
Anche l’abbigliamento sacerdotale risponde al principio che le cose belle, fatte bene sia dal punto di vista della delle preghiere che si dicono o che si cantano, sia delle vesti, della cura di alcuni dettagli, la preghiera che si fa in chiesa si unisce alla lode, all’adorazione degli angeli, alla liturgia celeste cui corrisponde. In qualche modo noi cerchiamo di avvertire, di percepire questa comunione, questa compartecipazione all’ adorazione di Dio attraverso quello che cerchiamo di fare, meglio che ci riesce.
Diciamo quindi che se si deve pregare, se si deve fare bella la chiesa con i fiori, se si deve fare un canto, si deve fare una proclamazione della parola di Dio, tutta la bellezza della liturgia è un richiamo a questa bellezza…
Noi abbiamo un canto, in mezzo alla preghiera eucaristica, in cui si canta “Noi che misticamente raffiguriamo i cherubini”: così ci uniamo a questa lode che è in cielo e vogliamo mostrare che noi facciamo lo stesso perché all’altare siamo davanti al trono di Dio.
Una bellezza che serve a noi
E anche riguardo ai paramenti sempre cerco di spiegare così ai miei fedeli: che questi paramenti che porto devono essere bellissimi, non perché il prete vuole vestirsi in modo migliore! No, ma per esprimere che se il servo che serve il Signore è così bello, onorato, decorato, come più bello è il Signore… Ecco perché abbiamo questi fiori, tutta questa bellezza nel tempio.
Alcune persone dicono che questo è spreco di soldi, ed è certo che per il Signore tutto questo non serve: a lui non serve, questo è ovvio. Penso che tutti lo sappiamo, Lui è umile. Però questo serve tantissimo per noi: se una persona entra in chiesa e non ci sono cose che la provocheranno a dimenticare tutto che è fuori, che non attrarranno verso un altro mondo, non spingeranno a pensare ad altre cose. Però se entri in chiesa, vedi tutto questo e sei stato proprio attirato, rubato da tutta questa bellezza: ecco, ha funzionato bene. E questa esperienza, questa preghiera, questi pensieri li porti poi nella tua vita. Se entri in chiesa e non ti attira niente è come se fossi entrato in una scuola… Ecco perché c’è questa bellezza, perché deve essere tutto più bello nella casa del Signore.
Ciò che non si fa per Dio si fa per un idolo
Anche Dio nell’Antico Testamento sotto il Monte Sinai ha dato l’ordine di portare offerte per decorare la tenda dell’Incontro. Questa richiesta di dare offerte per decorare la tenda dell’Incontro, quel primo tempio, è fatta dopo un evento molto particolare. Mentre Mosè era sul Monte Sinai il popolo ha costruito, da tutti i gioielli, tutto l’oro che avevano, un idolo. Quello che c’è di più, che non ti serve per la vita, la persona tende sempre ad utilizzarlo in modo cattivo. Solo dopo che hanno costruito l’idolo, dopo che hanno utilizzato questo “di più” in modo cattivo, il Signore dà questo ordine.
Quando prestavo servizio presso la basilica di S. Pietro, persone da tutto il mondo, fedeli, non fedeli, cattolici, non cattolici, musulmani… sempre mi facevano questa domanda: Ma perché così tanta bellezza? Ma a che serve? Io sempre rispondevo così: Tutti questi soldi sarebbero utilizzati in modo diverso e probabilmente non giusto e cattivo e sprecati e invece abbiamo questa bellissima chiesa che attira tantissimo l’attenzione anche di persone, soprattutto giovani, che magari vanno soltanto a fare una foto per Instagram.
E questo è già un modo, un piano del Signore per attirare, perché se già è entrata per esempio questa ragazza che fa foto per Instagram dentro la basilica di San Pietro, c’è anche la speranza che faccia una piccola preghiera, che si fermi un pochettino per ragionare un po’ e faccia una piccola riflessione. C’è speranza; se non entra, se questa bellezza non attira questa persona, la speranza non c’è. Senza questa bellezza tanti non arriverebbero mai, andrebbero in spiaggia e basta… E così vale la pena di investire.