
La battaglia di Gabaon fu vinta da Giosuè contro cinque re del sud capeggiati dal re di Gerusalemme, grazie al famoso miracolo del sole.
Durante la battaglia si scatena una furiosa tempesta con lampi, tuoni e una fitta grandinata (meteoriti?) micidiale per il nemico: “ne morirono più per le pietre della grandine che per la spada dei figli d’Israele” (10,11). A questo punto l’agiografo riferisce una composizione poetica, tratta da una raccolta di canti nazionali detta “libro del Giusto”, con il famoso accenno all’arresto del sole nel cielo:
“Sole, fermati su Gabaon,
e tu, luna, sulla valle di Aialon”.
Il sole si fermò e la luna restò immobile
Finché la nazione non si fu vendicata dei suoi nemici…
Si fermò il sole nel mezzo del cielo
E non avanzò quasi un giorno intero.
Interpretazioni relative alla battaglia di Gabaon
Gli antichi esegeti non avevano difficoltà a prendere il testo alla lettera. Dopo la rivoluzione scientifica copernicana, ciò è divenuto assurdo. Le ipotesi moderne di interpretazione di questo brano possono ridursi a tre:
Prolungamento della luce fuori dell’ordinario. Le parole di Giosuè vengono però pronunciate poco dopo il sorgere del sole, il che rende inutile un prolungamento della giornata.
Occultamento del sole che non si sarebbe “fermato” ma avrebbe “fermato i suoi raggi” provocando un oscuramento della luce e impedendole di abbagliare gli israeliti.
Invenzione poetica: l’unico evento storico sarebbe la tempesta, il resto sarebbe un abbellimento poetico, cfr. Iliade 2,412 ss.:
“O Zeus, non tramonti il sole
e non sopravvengano le ombre
prima che io distrugga Troia!” (Agamennone).
La vittoria di Gabaon permise agli israeliti l’espansione nel sud di Canaan, perciò rivestì grande importanza nell’epica popolare.