Jurassic Park: due romanzi e una saga cinematografica

Dinosauri che passione! L’interesse per queste creature, da quando ne furono scoperte le vestigia nel corso dell’Ottocento, non è affatto andato scemando, anzi. Se ai miei tempi ci dovevamo accontentare delle figurine, e in seguito anche di qualche raro modellino, oggi il mercato dei dinosauri è dilagante.

Merito, indubbiamente, di Michael Crichton e del suo romanzo del 1990, che poi ebbe un seguito, Il Mondo Perduto del 1995, ma che soprattutto ebbe risonanza con la saga cinematografica iniziata nel 1993, proseguita nel  1997, 2001, 2015, 2018, 2022 e probabilmente ancora in sviluppo.

Il primo Jurassic Park, messo in produzione quando ancora il romanzo non era stato pubblicato, incassò oltre un miliardo di dollari (scusate se non conto gli spiccioli come gli svariati milioni), a quell’epoca il film con maggiori incassi nella storia del cinema; sarà poi superato da Jurassic World 2 con un miliardo e 300 milioni di dollari e da Jurassic World del 2015 con un miliardo, 671 milioni e spiccioli. Spielberg sentì parlare per la prima volta del libro nell’ottobre 1989 mentre parlava con Crichton della sceneggiatura che sarebbe poi diventata la serie televisiva E.R. – Medici in prima linea (1994-2009): eh sì, anche quella è un’idea di Crichton.

Jurassic Park: il romanzo

Tutto è iniziato oltre trent’anni fa, con un fortunato romanzo in cui, sfruttando l’idea della clonazione, i dinosauri venivano riportati in vita, con le conseguenze catastrofiche che sappiamo. Il romanzo deve la sua grande notorietà al film che ne è derivato; anzi, questo è forse uno dei casi in cui – mentre normalmente il film diviene una brutta copia del romanzo da cui è derivato – il film non risulta peggiore del romanzo, anzi forse lo migliora. Lo sfoltisce di scene e di personaggi (che nel romanzo sono veramente tanti) senza fargli perdere il mordente. I dinosauri sono straordinari, nell’uno e nell’altro.

Jurassic Park, veramente, vale la pena di essere letto ed anche riletto. Non è affatto un romanzetto banale né piatto, anzi, basato sulla teoria del Caos, si presenta anche ambizioso nei suoi intenti. Scritto con maestria, diviso in sette iterazioni in un crescendo di tensione, si snoda su varie scene avventurose ma non è una lettura di puro intrattenimento, e non è neppure troppo facile. Si presenta infatti in modo critico con digressioni che rallentano l’azione: contro l’arroganza di un certo tipo di scienza – e di un mondo che pensa solo al profitto – che vorrebbe soggiogare la natura, la vita si riprenderà il dominio.

Critica alla scienza

L’oracolo del romanzo – e del film – è il dissacrante matematico Ian Malcolm / alias l’attore Jeff Goldblum, sempre pronto a sproloquiare sulle sue teorie anche quando imbottito di morfina (ha il vizio dell’infortunio) potrebbe sedarsi un po’. Ecco alcune sue esternazioni sull’uomo che «Crea nuove forme di vita di cui non sa assolutamente nulla. (…) Eppure vi aspettate che eseguano i vostri ordini poiché li avete fatti voi e di conseguenza li credete vostri, dimenticate che sono vivi, che hanno un’intelligenza propria, e potrebbero anche non eseguire i vostri ordini».

«La scienza, come gli altri sistemi superati, sta distruggendo se stessa. Man mano che acquista potere, si dimostra incapace di gestirlo. Perché tutto adesso procede con molta velocità. Cinquant’anni fa era sulla bocca di tutti la bomba atomica. (…) E il potere genetico è molto più potente di quello atomico. E sarà nelle mani di tutti. Sarà nell’attrezzatura dell’ultimo dei giardinieri. Esperimenti per scolari. Laboratori economici per terroristi e dittatori. E questo costringerà ognuno a porsi la stessa domanda – cosa dovresti fare del mio potere? – che è proprio la domanda cui la scienza dice di non poter rispondere».

Jurassic Park: Il film

Il film apporta alcuni mutamenti, e non di poco conto.

Sui personaggi: il magnate miliardario John Hammond, da affarista egoista e privo di scrupoli che merita di essere alla fine mangiato da una squadra di voraci procompsognathi, diviene un simpatico nonnino alla Babbo Natale (non è forse un caso che l’attore Richard Attenborough abbia interpretato anche tale personaggio in Miracolo nella 34a Strada), che vuole molto bene ai nipoti e per loro fortuna sopravvive.

I nipoti nel film si invertono le età e le parti. Nel romanzo il maggiore è un maschio, Tim, patito di scienza e di dinosauri; mentre la piccola, Lex, è una piagnucolosa petulante che non capisce nulla; col suo comportamento irresponsabile attira più volte il T. Rex sul gruppo e interferisce fastidiosamente col fratello maggiore, serio ed efficiente, quando questi è in un momento cruciale. Complicare la vita al fratello sembra essere la sua funzione principale, e non fa nemmeno pena quando corre i maggiori pericoli.

Penso che ogni lettore abbia sperato che un raptor se la mangiasse. Ma per fortuna il regista Spielberg aveva già scelto per la parte il piccolo attore Joseph Mazzello e quindi gli adattò il ruolo facendone il più giovane della coppia, mentre la femmina, divenuta la sorella maggiore undicenne, perde le caratteristiche di odiosità – con sollievo di chi aveva letto il romanzo – e acquisisce invece le capacità informatiche che saranno alla fine risolutive.

La trama

La trama rimane sostanzialmente quella del romanzo, con molte differenze non significative. Il finale, per quanto riguarda i dinosauri, diverge, perché l’isola nel film viene risparmiata e i dinosauri rimangono in vita allo stato libero, permettendo tra l’altro la prosecuzione della saga. Emblematica la scena finale in cui il T. Rex lancia il suo urlo di vittoria: segno che la natura, come voleva Ian Malcolm, ha trionfato ancora una volta sulla protervia dell’uomo e l’arroganza della scienza. Ritroveremo quest’urlo anche in seguito, quando in Jurassic World Rexy diverrà un personaggio in qualche modo positivo, una sorta di alleata naturale contro le mostruosità genetiche.

Rispetto al libro, poi, il regista inserisce scene e ne toglie altre, magari accantonandole per film successivi. In particolare, la scena iniziale dell’assalto di un procompsognathus ad una bambina tornerà (enfatizzata) nel secondo film; l’inseguimento sul fiume nel terzo, come pure la scena della voliera; nel secondo sarà ripresa, applicata ad un minore personaggio, la scena della fine di John Hammond (che nei film viene lasciato morire di vecchiaia) per bocca dei procompsignathi. Altro materiale sarà tratto dal sequel del primo romanzo, Il Mondo Perduto.

Una curiosità: il T. Rex da 8 tonnellate creato per le riprese, quando pioveva, faceva corto circuito e cominciava a muoversi da solo, magari quando la troupe stava pranzando. All’inizio causò un bello spavento. I ruggiti vennero creati con una combinazione di versi di tigri, alligatori, elefanti…

Se poi volete ascoltare la colonna sonora di Jurassic Park in concerto, con un ospite speciale alla fine, cliccate QUI.

E QUI trovate una vera curiosità: al computer, un singolo musicista che riproduce tutte le voci di un’orchestra (Voice Orchestras) che suona il tema principale di Jurassic Park.

Il mondo perduto: il romanzo

Il secondo romanzo dinosauresco di Michael Crichton fu scritto sotto pressione dei fans e dello stesso Spielberg. Il libro riprende, dopo cinque anni, la trama del primo, recuperando vivo il personaggio carismatico di Ian Malcolm che alla fine del libro di Jurassic Park sembrava proprio morto. Viene serbato un rigoroso silenzio sugli eventi dell’Isla Nublar, ma trapelano indizi che da qualche parte in Costa Rica vi sia un’altra isola in cui sopravvivono i dinosauri. L’eccentrico miliardario paleontologo Richard Levine si intestardisce nello scoprirla e riesce a coinvolgere anche il riluttante Malcolm a seguirlo.

Il libro è meno teorico e più avventuroso rispetto al primo, mentre la teoria su cui si basano le solite elucubrazioni del matematico (che anche quando è in preda alla morfina non riesce a stare zitto) è quella dell’estinzione, causata secondo lui da comportamenti sbagliati più che da meteoriti o fenomeni climatici.

Anche qui ci sono due bambini, due cervelloni bullizzati dai compagni per la loro scienza; anche qui ci saranno assalti di T. Rex e velociraptor. Il cattivo del momento, la spia industriale Lewis Dodgson, nel romanzo farà una brutta fine, ma Spielberg e i successivi registi lo salveranno per farne il cattivo di Jurassic World – Il Dominio: è lì che sarà finalmente mangiato – come da copione – dai dinosauri. Una certa assurdità nel romanzo è costituita dall’incoscienza con cui i protagonisti scorrazzano liberamente sull’isola in auto, in moto, a piedi e persino in bicicletta pur essendo perfettamente a conoscenza della pericolosità dei carnivori – ma se così non fosse, se se ne stessero rintanati aspettando di essere prelevati dall’elicottero o dalla nave, dove sarebbe la trama?

Riflessioni

A parte questo, il romanzo è bene costruito e si legge bene. Non mancano le riflessioni interessanti, come questa di Malcolm (al solito, in preda alla morfina):

«Se hai una commissione formata da tre persone, forse qualcosa si riesce a fare. Con dieci, diventa più difficile. Con trenta, tutto si blocca. Con trenta milioni, diventa impossibile. Questo è l’effetto dei mass media: far sì che nulla succeda. I mass media soffocano la diversità. Rendono uguali tutti i posti, da Bangkok a Tokyo a Londra. C’è un McDonald’s in un angolo, un Benetton in un altro, un Gap all’altro lato della strada. Le diversità regionali spariscono. Tutte le differenze si annullano.

In un mondo dominato dai mass media, tutto viene a scarseggiare, tranne i dieci libri, i dieci dischi più venduti, i film più visti e le idee più correnti. La gente si preoccupa perché nella foresta pluviale la diversità delle specie è in diminuzione. Ma che dire della diversità intellettuale, che è la risorsa più necessaria? Quella sparisce ancora più in fretta degli alberi. Ma noi non l’abbiamo ancora capito, e così contiamo di unire cinque miliardi di persone nel  ciberspazio. E questo congelerà tutta la specie. Tutto si bloccherà. Tutti penseranno le stesse cose nello stesso momento. L’uniformità globale».

Mondo Perduto: il film

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Nel film cambiano alcune situazioni iniziali, alcuni personaggi del romanzo spariscono, altri sono inseriti al loro posto o sono modificati. Sorprendente la scelta di sostituire i due giovanissimi studenti fans del paleontologo Levine (che d’altronde viene eliminato) con una figlia di pelle nera (adottiva) di Ian Malcolm. La trama però, all’inizio, corrisponde abbastanza. Occorre quasi un terzo del romanzo per arrivare a capire che il sito B dove i dinosauri sono stati messi in libertà è Isla Sorna; nel film lo spiega direttamente John Hammond e non c’è tutto questo mistero. Quando si arriva però alla risoluzione dell’attacco dei due T. Rex, i percorsi narrativi si staccano completamente. Il film, da Jurassic Park, sembra trasformarsi in Godzilla con le scene urbane del T. Rex che si aggira per le strade di San Diego per recuperare il suo piccolo. Addio il segreto.

Il film è stato diretto ancora da Spielberg ottenendo un moderato plauso dei critici. Poi ne sono seguiti altri quattro: un Jurassic Park III (ottenuto con materiale proveniente dai due romanzi e da qualcosa di proprio) e tre Jurassic World. È interessante notare come in tutti i sei film si riscontrino elementi ricorrenti:

  • C’è sempre un T. Rex che insegue qualcuno
  • Sono sempre presenti dei bambini
  • La manipolazione genetica rappresenta un pericolo, come pure la speculazione affaristica
  • C’è sempre una spia o un venduto che combina il pasticcio
  • I protagonisti si salvano sempre
  • La scena finale è sempre una panoramica

Allora, se il genere non vi dispiace, buona lettura dei due romanzi di Michael Crichton: ve li consiglio.