Giustizia e Pace: esiste una legittimità dell’uso della forza per un intervento umanitario?

La prof. Viviani parla al Convegno Giustizia e Pace in ricordo di don Enzo Greco

Riprendendo la relazione della prof. Alessandra Viviani al Convegno Giustizia e Pace in ricordo di don Enzo Greco, vediamo se un eventuale intervento umanitario possa costituire un’eccezione al divieto dell’uso della forza da parte degli Stati. La prima parte della relazione QUI.

Un intervento umanitario?

L’eccezione che ammette l’uso della forza non ostante il divieto tassativo espresso dalla Carta delle Nazioni Unite potrebbe essere costituita dalla necessità di un cosiddetto intervento umanitario?

L’intervento in questione sarebbe un intervento umanitario per gravi violazioni dei diritti umani di una minoranza ad opera dello Stato. Questa motivazione renderebbe possibile per Stati terzi intervenire. È possibile cioè che Stati terzi usino la forza contro uno Stato che non rispetta i diritti umani fondamentali all’interno del proprio territorio nei confronti di una minoranza etnica o religiosa?

Anche in questo caso non possiamo dire che vi sia una certezza delle regole. Alcuni ritengono giustificabile l’uso della forza quando è evidente che né lo Stato in questione né le Nazioni Unite sono in grado di intervenire per proteggere la popolazione.

Kossovo e Ucraina

È stato su questa base che la Nato ha agito in Kossovo per proteggere i diritti della minoranza albanese violati dal governo serbo.

Tuttavia questo intervento è stato criticato da molti Stati e ha dato origine ad un pericoloso precedente. Infatti è proprio su questo intervento che Putin giustifica l’attacco in Ucraina per proteggere i diritti delle minoranze russofone non sufficientemente tutelati da parte del governo ucraino.

Non si sta dicendo che i governi in Kossovo e in Ucraina non abbiano violato dei diritti: questo è un altro livello di discussione. Ci si sta chiedendo se si può giustificare l’uso della forza, nel caso in cui lo Stato che viola i diritti non interrompa questo comportamento mentre l’Onu, a causa dei diritti di veto degli Stati che li detengono, non riesca ad intervenire.

È proprio per questo uso strumentale del concetto di intervento umanitario e del pericolo che in esso si annida che conviene restare ancorati a norme certe come quella del divieto dell’uso della forza. In un sistema in cui non c’è un’autorità centrale è bene che il divieto mantenga tutta la sua imperatività.

(Continua…)