Anche per chi, come me, delle Olimpiadi ha solo notizie di rimbalzo perché non si interessa di sport, queste Olimpiadi di Parigi 2024 hanno registrato delle immagini indimenticabili, in bene e in male.
Immagini indimenticabili: il tedoforo
Premetto che la pagliacciata di apertura dei Giochi è tutt’altro che indimenticabile, anzi va dimenticata al più presto. La domanda pendente su di essa è: cosa c’entrava lo sport con tutto questo? E andiamo avanti.
Il tennista francese Kevin Piette, affetto da 11 anni da paraplegia a seguito di un incidente in moto, ha portato la torcia olimpica per le strade di Poissy, alle porte di Parigi, grazie all’esoscheletro Atalante X, prodotto dall’azienda francese Wandercraft. Un video QUI, non ve lo perdete.
Si tratta di un prototipo che l’atleta sta collaudando. Attualmente, l’esoscheletro è solo alle fasi finali di ricerca, e non è ancora disponibile a livello commerciale: lo sarà nei prossimi anni. Permettendo a chi lo indossa di muoversi senza doversi appoggiare, e quindi di usare liberamente le braccia, rappresenta una conquista enorme, perché significa riconquistare lo spazio, il movimento e una completa interazione con il mondo. Questi sarebbero i compiti a cui l’umanità dovrebbe dedicarsi, non alla guerra… Guardiamo la gioia dell’atleta che in tal modo ha potuto portare la torcia olimpica e diciamolo subito: il vincitore assoluto delle Olimpiadi è lui!
Immagini indimenticabili: calma glaciale
E poi arriva lui… mano in tasca e via! Ne ho già parlato QUI, non mi ripeto.
La sua calma glaciale, frutto di un ferreo autocontrollo, ha piacevolmente stupito tutti, specialmente nel clima isterico che si stava creando. Non è un automa: è capace di sorridere e di scherzare. Da lui avremmo tutti molto da imparare: tutti, e specialmente i capi di stato… purché la fermezza sia unita alla razionalità.
Ho trovato anche un video carino. È in spagnolo, ma credo sia comprensibile…
L’eroe per caso dal costumino a fiori
Da un professionista glaciale ad una figura quasi comica. L’hanno chiamato Bob, anzi «Bob the Cap Catcher», ma non si sa chi sia: un incredibile personaggio fuori contesto che in una pausa delle gare di nuoto, con passo sicuro e un disinvolto costume a fiori indossato su una figura non troppo atletica da pacifico padre di famiglia, si è presentato sulla scena, ha effettuato un tuffo degno di migliore occasione ed ha recuperato una cuffia da nuoto dal fondo della piscina. L’ha esibita al pubblico con un gesto trionfale e se ne è andato tra gli applausi con altrettanta sicurezza dell’entrata… ma chi è mai costui che può permettersi tutto questo? Uno spettatore? Un esaltato? Un intruso? L’attore di un intermezzo comico? Macché, la scena era seria: c’era bisogno di recuperare una cuffia dal fondo della vasca, persa durante la gara preliminare femminile dei 100 metri rana dalla nuotatrice statunitense Emma Weber, e per questo si è ricorsi, come da regolamento, ad un assistente, in pratica un bagnino, unica categoria autorizzata, oltre agli atleti, ad indossare un costume da bagno. Tutto lì: ma la scena è stata impagabile. Memorabile. Indimenticabile. Ecco la sequenza:
Qualcuno ha suggerito che vada anche a ripescare nella Senna la fede nuziale che Gianmarco Tamberi, portabandiera azzurro nella cerimonia di apertura, vi ha perso nel suo slancio. «Perso un oro ne trovi un altro», gli hanno augurato i colleghi,
A proposito di Senna… il trionfatore del nuoto in acque libere
Mettiamolo sul simpatico: ecco il trionfatore delle gare di nuoto nella Senna… perché anche gli olimpionici nulla possono sulle malattie di cui il tarpone (per i non toscani: il topo di fogna) può essere portatore. Per ora si sono manifestati alcuni casi, speriamo non gravi. Già quattro atleti si sono dovuti ritirare dalle gare con patologie gastrointestinali, una con tutta la squadra. Brutta cosa l’arroganza…
E infine… pace!
Questa resterà forse l’immagine più bella di tutte: atleti medagliati di ping pong della Corea del Nord e della Corea del Sud che fraternizzano scattandosi un selfie. E pace sia!