
In questo agglomerato di detti, Gesù tratta di aspetti della vita e del servizio nella comunità. Ribadisce l’inevitabilità, data la debolezza umana, degli scandali.
Lo scandalo
“Scandalo” è la pietra d’inciampo che mette in pericolo la stabilità, qui la fede, e si tratta della fede dei “piccoli”, che non sono i bambini come si può pensare, ma, nel linguaggio evangelico, i discepoli, così deboli di fronte ai grandi della terra. Ogni discepolo ha una grande responsabilità verso gli altri.
Il perdono fraterno
Pur inevitabili, gli scandali sono condannati duramente; tuttavia, si condanna il peccato e si cerca di salvare il peccatore. Questa è la prospettiva cristiana, nella quale la misericordia non è buonismo; perciò il perdono fraterno non deve conoscere limiti né chiusure, ma deve essere unito alla correzione, per non compromettere la fede e la carità della comunità.
La fede
La fede è preziosa anche quando è minima…
La parola di Gesù non si rivolge solo a contestare gli avversari: anche i discepoli, all’interno della comunità, possono essere malfermi ed avere bisogno di convertirsi, di perdonare e di essere perdonati, di accrescere e rafforzare la propria fede.
Un vero servizio
Se faranno questo c’è un’altra tentazione da evitare: ci si potrebbe inorgoglire della propria umiltà… Il quarto insegnamento, dunque, riguarda l’umiltà di un vero servizio, che non si riconosce meritevole di accampare diritti, ma si offre in disponibilità e generosità.
Come gli scribi e i farisei, anche i discepoli potrebbero ritenersi lodevoli per il servizio prestato e pretendere una ricompensa. Ma tutto è grazia: ciò che Dio ci elargisce non ci è dovuto, ma è puro dono, perché Lui è buono. Non è il genio della lampada tenuto a soddisfare i nostri desideri ma, più intimo a noi di noi stessi, ci legge nel profondo e ci dona e chiede ciò che veramente è diretto – noi non sappiamo come – al nostro maggior bene.