Lettura continua della Bibbia. Luca: Trionfo sul demonio (8,26-39)

Il trionfo sul demonio
Gesù esorcizza il Geraseno. Di Katolophyromai – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89963919

Gesù, comandando al mare, vince sul caos della natura; comandando ai demoni, vince sul caos dello spirito. Siamo in terra pagana, impura per gli ebrei. Nulla qui sembra frapporsi tra la sanità dell’uomo e la sua alienazione e disgregazione. Nudità, luoghi desolati, sepolture, ceppi e catene rappresentano la condizione umana obnubilata, umiliata, devastata e ridotta in schiavitù dal peccato. L’uomo, spogliato di tutto, è ridotto a vivere nella regione dei morti. La sua liberazione, il trionfo di Gesù sul demonio, sarà la realizzazione di quanto Luca ha già annunziato nel Benedictus di Zaccaria: il Signore verrà “per illuminare quelli che risiedono nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc 1,79).

Il trionfo sul demonio

La disperazione non impedisce ai demoni di riconoscere il Figlio di Dio, ma con un dolore lancinante: una fede non sostanziata dall’amore è morta, è una tortura e non una gioia. La forza del male è disgregante e distruttiva: non unifica né preserva l’uomo o la società, ma conduce alla rovina. I demoni chiederanno di poter sopravvivere sulla terra trasferendosi in una mandria di porci, ma non potendosi curare di non danneggiarli li faranno impazzire e li indurranno alla autodistruzione.

Era opinione comune che al diavolo fosse concesso di agire indisturbato sulla terra sino alla fine dei tempi. Qui abbiamo una legione di demoni (una legione era composta da 6.000 uomini) che supplica di non essere rimandata anzitempo nell’abisso. Anche al male è concessa una proroga; ma esso si distrugge da solo.

Testimoni oculari

Sembra quasi di essere davanti ad una parodia della scena lucana della Natività:

  • i pastori di Betlemme vedono, temono e annunziano ciò che hanno visto
  • i pastori dei porci vedono, temono e annunziano ciò che hanno visto.

Nella loro fuga, i mandriani dei porci di Gerasa, animali impuri in terra pagana, fanno quello che hanno fatto i pastori delle pecore di Betlemme, animali puri in terra santa: si fanno annunziatori di ciò che hanno visto. Hanno visto un uomo nuovo, rivestito di dignità e seduto ai piedi di Gesù nell’atteggiamento di Maria, da discepolo. E dopo i testimoni oculari, anche coloro che sono venuti grazie al loro annuncio vedono l’uomo salvato.

Suppliche

La moltitudine però non gradisce la presenza di Gesù: ne ha constatato gli effetti salvifici ma ne ha timore, non vuole essere salvata a danno del proprio patrimonio, preferisce essere lasciata tranquilla a fare i propri affari. La richiesta della folla è esaudita, come prima quella dei demoni. Qui tutti supplicano: i demoni di essere lasciati sulla terra (ma, da soli, si precipiteranno in mare, cioè nell’abisso), la moltitudine di essere lasciata in pace senza farsi turbare dal buon timore di Dio (ma, questo, con sua grave perdita), l’uomo salvato di poter rimanere con Gesù. Le altre preghiere, fasulle, sono esaudite con danno di chi le ha liberamente avanzate; quest’ultima, genuina, non viene apparentemente esaudita, perché non è ancora il momento della missione fra i pagani, ma anche perché in realtà l’uomo salvato è già con Gesù, resta con lui e avrà la missione di evangelizzare la sua casa e la sua città.