
Non vedo che cosa il Farè abbia fin qui dimostrato, se non una confusione e incoerenza di idee veramente notevole. Ma vediamo direttamente il testo della Declaratio.
Il testo della Declaratio in latino
Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum.
Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exsequi debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse.
Fratres carissimi, ex toto corde gratias ago vobis pro omni amore et labore, quo mecum pondus ministerii mei portastis et veniam peto pro omnibus defectibus meis. Nunc autem Sanctam Dei Ecclesiam curae Summi eius Pastoris, Domini nostri Iesu Christi confidimus sanctamque eius Matrem Mariam imploramus, ut patribus Cardinalibus in eligendo novo Summo Pontifice materna sua bonitate assistat. Quod ad me attinet etiam in futuro vita orationi dedicata Sanctae Ecclesiae Dei toto ex corde servire velim.
Il testo della Declaratio in italiano
Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino [in latino: munus]. Sono ben consapevole che questo ministero [munus], per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero [in latino: ministerium] a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero [ministerium] di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero [ministerium], e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
Munus e ministerium
Ecco in sostanza che cosa dichiara papa Ratzinger:
- Che non ha più le forze per esercitare il Pontificato (munus e ministerium)
- Che rinuncia al ministero Petrino e che la sede di Roma rimarrà vacante
- Che deve essere convocato il conclave per l’elezione di un nuovo Sommo Pontefice
- Che prega che Maria assista i cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice
- Che personalmente continuerà a servire la Chiesa con la preghiera.
Dichiarazione estremamente chiara da cui si comprende la sua volontà di rinunciare al Pontificato. Inoltre è chiaramente espressa la volontà di lasciare vacante la sede di Roma e di indire il conclave per l’elezione di un nuovo Sommo Pontefice. Vi sembra che vi siano delle ambiguità, delle contorsioni di significato?
Sapete leggere il latino? Sapete leggere, comunque, l’italiano? Provate voi a fargli dire qualcosa di diverso, perché io non ci riesco. Preciso fin d’ora che in latino munus può significare dovere, compito, incarico, carica, funzione, onere, impegno, opera, prodotto… e anche dono, offerta, sacrificio, oblazione, tributo. Mentre ministerium si traduce con servizio, compito, incarico, funzione, impiego. La disquisizione sta tutta su questi termini, in quanto papa Ratzinger dichiara di rinunciare al proprio ministerium. Non sarebbe necessario, ma vedremo più precisamente se vi sia una reale differenza o se i due vocaboli, nel modo in cui li usa Benedetto XVI, siano sinonimi, o quali sfumature teologiche presentino.
Risulta veramente appropriato lo sconcerto di cui il segretario di Ratzinger dà testimonianza nel suo libro Nient’altro che la verità (p. 275-276):
“Benedetto per primo, e io in subordine, non avremmo mai pensato che i suoi gesti e parole sarebbero stati dissezionati in maniera abnorme nell’illusorio tentativo di avvalorare elucubrazioni personali instradate più sulla scia del Codice da Vinci di Dan Brown che su binari logici e ragionevoli”.