
Nell’ultima e più estesa sezione del libro dell’Esodo (cap. 19-40) si narra come l’alleanza con Dio viene accolta da Israele.
Il monte di Dio
Il monte di Dio è chiamato Horeb dalle tradizioni E e D, Sinai da J e P. L’abbiamo già incontrato come luogo della vocazione di Mosè, forse già a quell’epoca un maqom o luogo santo, come lo fu Betel per Giacobbe. Lo stesso luogo sarà, secoli dopo, teatro del dialogo del profeta Elia con il Signore, che, a differenza di quanto avviene nella teofania dell’Esodo, si farà presente non nella tempesta, non nel terremoto, non nel fuoco, ma nella voce del silenzio.
Identificazione del Sinai
Il Sinai viene solitamente identificato con un acrocoro montuoso con tre vette:
- Gebel Katharin (m. 2367 s.l.m.)
- Ras Safsaf
- Gebel Mousa (2285), con l’accesso mediante tremila scalini; a due terzi del pendio si trova un pianoro, detto dei 70 anziani; sulla cima una grotta ricorda Es 33,22 e 1 Re 19,3ss.
Ai piedi del Gebel Katharin, a 1570 m. slm si trova il Monastero di S. Caterina, costruito nel 527 per ordine di Giustiniano. La biblioteca antica, seconda solo alla Biblioteca Vaticana, raccoglie 3.500 codici. Nel 1844 Von Tischendorf vi scoprì il Synaiticus e lo presentò agli zar di Russia, nel 1933 Stalin lo vendette al British Museum (43 fogli si trovano a Lipsia; altri sono stati scoperti nel 1977 e nel 1982. La spiritualità dei monaci è di tipo verticale, fanno la comunione ogni 2-3 settimane dopo 3 giorni di digiuno, e osservano quattro quaresime durante l’anno: per Natale, Pasqua, i santi Pietro e Paolo e l’Assunzione.
La tradizione del Sinai
Non vi è dubbio sulla centralità ed essenzialità della rivelazione della Torah al Sinai, e tuttavia, osserva il rabbino David Frankel, “Alla luce della chiara centralità e importanza della teofania del Sinai nel libro dell’Esodo, e in passaggi del Deuteronomio come quello appena citato, è sorprendente notare che, nel resto del Tanach [Antico Testamento], questo evento è quasi totalmente ignorato! Non una volta il dono della Torah sul monte Sinai è esplicitamente menzionato nell’intero libro dei Salmi. Si può persino menzionare l’atto divino relativamente meno impressionante di guidare Israele attraverso il deserto (Sal 136,16), ma la rivelazione e la legislazione sul Sinai non si trovano da nessuna parte”.
Il richiamo al dono della Legge al Sinai compare in Neemia 9,13, ma questo sembra tutto. Ciò farebbe pensare storicamente ad una progressiva rivelazione della Torah nel corso del tempo tramite sacerdoti e profeti (1 Samuele 10,25; Zaccaria 1,6; 7,12; Daniele 9,16). Solo quando la forma scritta della Torah fu canonizzata, presumibilmente dopo l’esilio, la tradizione della promulgazione della legge al Sinai divenne di dominio pubblico assorbendo tutte le altre. Cfr. https://www.thetorah.com/article/judaism-without-sinai