La Bibbia dall’ABC. Il serpente dell’Eden

Il serpente dell’Eden. San Giorgio, Jesmond, Newcastle Upon Tyne, Tyne and Wear, England. Di Storye book – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=131955981

Il capitolo 3 di Genesi è la diretta e immediata prosecuzione del cap. 2, in quanto fa parte della medesima tradizione jahvista e rappresenta il seguito della storia dell’adam nel giardino dell’Eden. I toni narrativi sono gli stessi, coloriti, ingenui e marcatamente antropomorfici. Alla coppia umana si aggiunge un nuovo personaggio: il serpente dell’Eden.

Il serpente

Viene introdotto nel racconto un personaggio nuovo, il serpente, avendo cura di presentarlo come una semplice creatura, benché portatore di una suggestione al male, e non come un dio.

Il libro della Sapienza (2,24) lo chiamerà diavolo (greco diabolos = divisore, calunniatore), il vangelo di Giovanni (8,44) dirà che era omicida fin dall’inizio, e l’Apocalisse (12,9) si riferirà ad esso come al grande drago, il serpente antico, Diavolo e Satana (satan in ebraico significa avversario, nemico).

Nei racconti popolari il serpente compare spesso, con ruoli ambigui: è portatore di morte per il suo veleno, ma appare anche come l’animale che rinasce continuamente dalla propria vecchia spoglia.

Nella mitologia è un elemento di rilievo; nelle religioni arcaiche era oggetto di culto (ofiolatria). Nell’epopea di Gilgamesh è proprio un serpente a rubare la pianta della vita all’eroe.

In Egitto, il copricapo del faraone era sormontato dal serpente, segno di divinità. A Canaan, il serpente è legato al culto lunare, culto della fecondità, ed è legato al culto di Anat, sposa di Baal.

Nel nostro racconto può essere figura degli dei ingannatori che distolgono l’uomo dall’unico Dio, oppure figura dell’ambizione dell’uomo, dell’astuzia che l’uomo crede di poter avere nei confronti di Dio. Infatti, qui viene presentato come ‘arûm = astuto, in perfetta consonanza con la condizione degli uomini ‘arûmmîm (plurale di ‘arôm) in Gn 2,25.