Lettura continua della Bibbia. Il segreto messianico

La guarigione di un cieco. Duccio di Buoninsegna (1255–1319), Duomo di Siena. Fonte immagine: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Duccio_di_Buoninsegna_037.jpg

Il segreto messianico dà da pensare. È un fatto che sbalordisce: Gesù compie miracoli e intima il silenzio… perché?

Ad esempio: Marco 7,31-37

Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un  sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Il segreto messianico

Perché Gesù comanda una cosa – di non parlare dei prodigi che compie – quando sa benissimo che non sarà obbedito? Perché ordina di tacere su ciò che opera pubblicamente?

Nel vangelo di Marco, Gesù compie il primo miracolo nella sinagoga di Cafarnao cacciando un demonio e intimandogli di tacere perché lo sta chiamando «il Santo di Dio». La cosa invece gli dà grande fama (1,21-28). Poi guarisce la suocera di Pietro, malati e indemoniati ma anche a questi demoni intima di tacere (1,32- 34), persino quando essi rivelano la sua qualità di Figlio di Dio (3,11-12).

Una identità sconosciuta

È da notare che per la maggior parte del vangelo di Marco il titolo di Figlio di Dio non viene attribuito a Gesù dagli uomini ma da voci soprannaturali: dalla voce del Padre negli episodi del Battesimo e della Trasfigurazione, e dalla voce dei demoni. L’evangelista, che ha presentato subito Gesù come Figlio di Dio nel prologo del vangelo costituito da solo versetto 1,1 («Principio del vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio»), mette in chiaro così che la conoscenza di Gesù come Figlio del Padre è dovuta ad una rivelazione soprannaturale e non alla semplice comprensione umana. Sarà solo il centurione – un pagano, un oppressore, all’atto della morte di Gesù, il primo essere umano ad avere questa rivelazione ed a proclamarla: «Veramente quest’uomo era il Figlio di Dio!» (15,39). In lui, che rappresenta Roma, il Vangelo del Figlio di Dio ha raggiunto tutta l’umanità.

E proprio a questo è legato quel fenomeno vistoso, soprattutto in Marco, che Wrede ai primi del Novecento chiamò «il segreto messianico». Perché Gesù compie in pubblico meraviglie e non vuole che siano divulgate? Perché non vuole essere chiamato «Figlio di Dio»? Domande simili suscita il brano di Mc 8,11-13 (i farisei chiedono a Gesù un segno dal cielo, ed egli si rifiuta), dove viene spontaneo chiedersi: Perché Gesù nega un segno a chi lo chiede?

Come vedete, i problemi sono tanti; ma sono solo apparenti.

Spiegazioni

La prima spiegazione che i cristiani dettero di questo «segreto» fu l’umiltà, o la prudenza: Gesù non voleva essere glorificato umanamente, e non voleva essere frainteso. In effetti, le attese messianiche ebraiche, dove erano presenti, andavano tutte in direzione di un Messia solo glorioso, un trionfatore che avrebbe sgominato i romani e avrebbe restituito il regno ad Israele. Accondiscendere a queste attese avrebbe significato vanificare la propria missione: il Cristo che Gesù incarna è umile e sofferente, prima di entrare nella gloria. È un Messia che rifiuta il miracolismo superficiale.

Poi, dal Settecento, vennero spiegazioni anticristiane: sarebbero stati gli evangelisti ad inventare il segreto messianico per spiegare come Gesù non avesse coscienza di essere un Messia e fosse divenuto tale solo dopo la morte, per illusione o truffa dei suoi seguaci.

Niente di più falso: non solo per una questione di fede, ma per ciò che deriva da una seria analisi dei documenti dell’epoca, cristiani e non cristiani. Era incredibile, per un ebreo del tempo di Gesù, pensare ad un Messia sofferente e morto: la morte di un eroe popolare avrebbe solo palesato che quegli non era il Messia, come volevasi dimostrare. Quando Paolo parla dello scandalo della croce dice sul serio! Ma Gesù intraprende una strada di messianismo che lo conduce alla morte, e alla morte di croce. Il Figlio di Dio doveva arrivare a questo… Solo allora non sarebbe stato frainteso.

Il segreto messianico era dunque funzionale ad ammantare di riservatezza la qualità del Figlio finché entrando nella Passione non avesse svelato il mistero della sofferenza redentrice abbracciata per amore degli uomini. Infatti, il primo miracolato ad essere lasciato libero di parlare è Bartimeo, il cieco di Gerico, ma Gesù sta entrando ormai nella sua Passione. Solo allora si capirà che cosa significhi essere il Figlio.