Briciole di storia alvernina (75). Il Santo Sepolcro alla Verna

Il Santo Sepolcro
Il S. Sepolcro a Firenze (S. Pancrazio, cappella Rucellai), realizzato da Leon Battista Alberti nel 1467. Di I, Sailko, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6715870. Il S. Sepolcro della Verna, certamente più semplice, doveva essere di questo tipo

Nel 1674 la Verna si arricchisce di un’edicola che adesso non c’è più: una copia del Santo Sepolcro di Gerusalemme collocata al centro della cappella di S. Antonio abate, anch’essa scomparsa…

20 novembre 1671

Congregazione intermedia alla Verna (Catalogo p. 64).

1671-72: la Cappella Ridolfi

La Cappella Ridolfi “fu fatta fare Cappella sfondata dal Sig. Paolo Poltri, concessa da chi aspettava à lui, e suoi heredi” (Menabbio 1702 p. 81). V. 1680, quando la stessa cappella viene ridotta alla forma attuale.

29 ottobre 1672: Noviziato e Studio teologico alla Verna

Congregazione a S. Cerbone. La Verna oltre ad essere l‟unico Convento di Noviziato della Provincia è anche istituito Studio Theologiae moralis et speculativae (Lib. Prov. III f. 189 r).

29 settembre 1673

Congregazione intermedia alla Verna. Si conferma quanto sopra (Catalogo p. 64; Lib. Prov. III f. 192 r).

1674. La Verna che non c’è più: il Santo Sepolcro

Al centro della cappella di S. Antonio Abate si costruisce una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Libro delle uscite 1674).

Purtroppo tutto questo fa parte della Verna che non c’è più, perché la cappella di S. Antonio abate, costruita nel 1441 per volontà di Pietro Orsini che, paralizzato, aveva ritrovato sul Letto di S. Francesco la completa guarigione, è stata demolita a seguito dei terremoti del 1918. Non ne esistono purtroppo raffigurazioni grafiche, né tanto meno fotografie. Il P. Mencherini, che scrive nel 1902, ne ha lasciato questa descrizione:

«Nel centro della cappella di S. Antonio Abate, si ammira una copia del S. Sepolcro di Gerusalemme tutta di pietre benissimo lavorate e ben disposte nel 1674, come dice l’iscrizione sopra la piccola porta d’ingresso D.O.M. Exemplar Sancti Sepulcri. 1674. Qui iacuit triduo post hoc remeavit ad auras.

Nel cornicione della facciata sono scolpite le parole: Dux vitae mortuus, regnat vivus che si leggono nella Seguenza [sic] della Messa di Pasqua di Resurrezione; e nella mensa: Non dabis sanctum tuum videre corruptionem [Salmo 16,10].

Prende luce dalla sua porticina e da una finestrella aperta nella parte superiore, e vi è l’altare per celebrarvi la S. Messa.

Ignoriamo ugualmente il nome del promotore e dell’autore, e di chi ne sostenne le spese. È indubitata però, siccome affermò più di un Minorita di ritorno dalla Palestina, la grande somiglianza, per non dire la identità, col vero Santo Sepolcro, tolte le piccole differenze della porta e del cornicione. Il fine della pia persona che ne preparò la costruzione, sarà stato certamente quello, che sul Calvario Serafico vi fosse altresì questo ricordo parlante della passione di Cristo» (Guida pag. 141-142).

Il Santo Sepolcro nel Libro delle spese

Il P. Mencherini scrive che non se ne conosce l’autore. Ebbene, io ne ho invece scoperto il nome in un libro seicentesco delle spese del convento. Era Giuseppe, scalpellino:

«Ottobre 1674

Adi 18 detto sie dato lire dugento ottanta amasto giuseppe scarpellino

         p abon conto delauoro che afatto inlauora lepietre del santo sepolcro

         dicho ___  280

Adi 22 detto sie dato lire quaranta dua amasto tomaso bacheri

         da rouezano p merze di quindici giornate che alauorato

         lui et il suo manouale amurare il .s.sepolcro dico ___   42-10».

Traduco da questa annotazione seicentesca:

«Il giorno 18 suddetto si è dato lire 280 a mastro Giuseppe scarpellino a buon conto del lavoro che ha fatto per lavorare le pietre del S. Sepolcro… Il giorno 22 suddetto si è dato lire 42 a mastro Tommaso Bacheri da Rovezzano per mercé di quindici giornate che ha lavorato lui e il suo manovale a murare il S. Sepolcro».

Devo dire che è stato toccante riportare alla luce, dopo oltre tre secoli di oblio, il nome dell’artigiano che lavorò per una simile opera…

9 luglio 1676

Congregazione intermedia alla Verna (Catalogo p. 65).

1677: ampliamento dell’organo

Si fanno i contrabbassi all’Organo (Memoriale Cose più Notabili p. 62; MdC p. 4).

1680 (v. 1671-72): ancora la cappella Ridolfi

Ristrutturazione della cappella dell’Ascensione nella forma attuale (Memoriale Cose più notabili p. 63; MdC p. 4).