Lettura continua della Bibbia: Il Salterio: Secondo libro dei Salmi (42-72)

Il Salterio
Foto di falco da Pixabay

Il Salterio è diviso, in modo redazionale, in cinque parti, tradizionalmente chiamate libri anche se il Salterio costituisce un solo libro biblico.

Il Libro dei Salmi  (ebraico  תהילים,  Tehillîm o Tehilîm; greco Ψαλμοί, Psalmòi; latino Psalmi) non si chiama in ebraico  Sefer tefillîm (libro di preghiere), ma Sefer tehillîm, plurale anomalo da  tehillah = lode (che dovrebbe fare al plurale  tehilloth). Questo titolo è significativo, perché non esprime il contenuto di tutti i 150 salmi che per la maggior parte sono lamentazioni con suppliche, eppure sono genericamente chiamati Lodi. Questo perché, al di là delle situazioni contingenti e dei sentimenti transitori che gli oranti possono provare ed esprimere, Dio è sempre presente con la sua vicinanza e la sua misericordia ed è la lode quella che alla fine dovrà prevalere e restare in eterno.

Il Salterio: la divisione

Il Libro dei Salmi è diviso in cinque sezioni, ognuna delle quali si chiude con una Dossologia (cioè una formula di glorificazione). Queste divisioni furono probabilmente introdotte dai redattori finali per riprodurre la divisione in cinque libri della Torah:

  • Primo Libro dei Salmi (Salmi 1-41). Dossologia conclusiva: «Sia benedetto il Signore Dio d’Israele da sempre e per sempre. Amen»
  • Secondo Libro dei Salmi (Salmi 42-72). Si conclude con «Benedetto il Signore Dio d’Israele… Amen, amen»
  • Terzo Libro dei Salmi (Salmi 73-89). Dossologia finale: «Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen»
  • Libro 4 (Salmi 90-106). Si conclude con «Benedetto il Signore Dio d’Israele da sempre e per sempre. Tutto il popolo dica: Amen»
  • Libro 5 (Salmi 107-150). L’intero salmo 150 è una dossologia («Alleluia! Lodate il Signore…»).

Si tratta, dunque, nelle intenzioni dei redattori, di un Pentateuco della Preghiera, a imitazione del Pentateuco della Legge.

Ripropongo, a mo’ di introduzione generale, questo video:

Il Salterio: la Collezione Elohista (Salmi 42-89)

È, questa, la seconda grande raccolta del Salterio, riconoscibile per l’uso prevalente del nome divino Elohim, nella proporzione di 5 a 1 nei confronti del nome JHWH. L’analisi letteraria (leggi  metriche e ritmiche) può dimostrare che ad un certo momento della tradizione testuale il  Tetragramma divino è stato sostituito con Elohim: la sostituzione è appariscente in certi casi come ad esempio la sovrapposizione per ripetizione in 45,8 di “Dio, il tuo Dio” (per: “JHWH, tuo Dio”), in 63,2 di “Dio, Dio mio” (per: “JHWH, Dio mio”) ed in 68,9 di “Dio, il Dio d’Israele” (per: “JHWH, il Dio d’Israele”). Questo processo di sostituzione di Elohim a Jhwh può essere stato causato dal timore reverenziale dell’ebraismo verso il Tetragramma sacro, o dal bisogno di nascondere il Nome personale di Dio agli occhi dei pagani per gli ebrei della diaspora.