Della resurrezione non ci sono testimoni; quello che si scoprirà è il sepolcro vuoto, e quella che si incontrerà è la persona vivente che è il Risorto.
Le guardie al sepolcro
Essendo sabato il giorno successivo alla crocifissione, sommi sacerdoti e farisei si procurano un drappello di soldati romani per fare la guardia al sepolcro, attività non consentita agli ebrei, neppure alle guardie del tempio, durante il riposo festivo.
Matteo qui esplicita una attesa della resurrezione che nella realtà era solo, al più, una pia illusione. Un Messia morto non era il Messia; si poteva comunque tentare di far credere che Gesù fosse, invece, ancora vivo.
Da rimarcare l’ironia della situazione: il compito dei soldati è quello di vigilare affinché nessuno entri nel sepolcro per rubare il corpo, non certo di vigilare perché nessuno ne esca!
Secondo Matteo sommi sacerdoti e anziani hanno proprio il vizio di comprare i favori a peso d’argento; il tragico epilogo di Giuda non era bastato a scoraggiarli… D’altra parte, la tradizione di Matteo è sempre molto attenta alle grandi somme di denaro – deformazione professionale, si potrebbe dire scherzando.
In Marco le donne trovano la pietra già spostata, in Matteo invece il fatto avviene per così dire in diretta. Matteo descrive l’evento nel suo verificarsi, con il boato, l’apparizione dell’angelo, la perdita di coscienza delle guardie sbigottite. Solo Matteo parla di questo terremoto, è uno dei fenomeni che nell’Antico Testamento accompagnano le manifestazioni del Divino.
Il quadro è apocalittico; come al momento della morte di Gesù, anche qui vi è un terremoto, a significare che la resurrezione di Gesù è di natura escatologica, come la sua morte; i due eventi si richiamano a vicenda. Inoltre, nel racconto matteano dell’infanzia di Gesù l‘angelo del Signore ha una parte importante nel comunicare la volontà di Dio. Qui l’angelo non è un semplice messaggero ma fa parte dell’evento, considerato che fa rotolare la pietra del sepolcro. Matteo non descrive direttamente il Risorto: è l’aspetto dell’angelo, paragonabile alla folgore e al candore della neve, a rimandare all’aspetto glorioso di un corpo trasfigurato.
Come trema la terra scossa dal terremoto, tremano anche le guardie messe a vigilare sul sepolcro e divengono come morte, cioè assolutamente incoscienti e inerti. Come potrebbero quindi attestare quel che è avvenuto, e che loro non hanno visto?
Corrotte dai capi del sinedrio, divulgheranno invece quella che si potrebbe oggi definire una delle prime fake news della storia (un approfondimento QUI), anzi la prima ad essere documentata storicamente: i discepoli hanno rubato il corpo mentre le guardie dormivano!
La contraddizione interna a questa affermazione è stridente, e già la faceva notare Sant’Agostino: se le guardie dormivano, come hanno potuto vedere e testimoniare il furto? «Se dormivano, che cosa videro? E se non videro, che cosa testimoniano?». Se invece non dormivano e hanno visto tutto, perché non hanno fermato i discepoli mentre trafugavano il corpo? Era proprio questo lo scopo per cui erano state messe a guardia del sepolcro.
Questa testimonianza è chiaramente falsa e paradossalmente quelle stesse guardie che dovevano presentarsi come testimoni del trafugamento del corpo sono invece testimoni della risurrezione!
Le donne al sepolcro
Le donne, nel racconto di Matteo, non vanno ad ungere il corpo di Gesù, ma solo a vedere la tomba, a visitarla. A differenza di Marco, che presenta alle donne e al lettore la pietra già rotolata via, qui le donne assistono in diretta. Matteo non descrive la resurrezione, ma ne dà il significato: il Crocifisso non è qui, è risorto (letteralmente, «si è risvegliato») e deve essere annunziato.
Non agli Undici, che sono fuggiti, Gesù appare per primo, ma alle donne che sono rimaste presso quello che credevano un corpo morto e che divengono «apostole degli apostoli», come alcuni Padri chiamano Maria Maddalena. Se si pensa che nel mondo ebraico le donne, considerate giuridicamente eterne minorenni e perciò incapaci di rendere una testimonianza attendibile, non potevano testimoniare in tribunale, viene in maggiore evidenza la rivoluzione cristiana: gli ultimi saranno innalzati…
L’Ascensione
La solenne finale matteana, preparata dall’annuncio dell’angelo, si svolge in Galilea dove tutto è cominciato e, come tutto era iniziato, in un contesto trinitario. Gesù è il Kyrios / Signore, titolo divino, oggetto di adorazione dei discepoli che gli si prostrano davanti come a Dio anche se in alcuni il dubbio ancora alligna. È il Figlio dell’uomo che possiede autorità divina; è il Maestro che invia ad evangelizzare tutte le genti; è il Sacerdote che invia a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, formula trinitaria che suggella il Primo Vangelo con la promessa di una continuità costante fino all’ultimo giorno.
Il ministero di Gesù, ormai, prosegue nella Chiesa; Gesù non solo verrà, ma è presente ai suoi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.