Iniziato quasi in sordina nel 2007, il grande presepe di Riotorto (comune di Piombino, provincia di Livorno) è ormai una tradizione di paese che ha subito un intralcio solo a causa delle norme anticovid nel 2020, uscendo quell’anno in edizione ridotta ma dedicata, significativamente, alla memoria della giovanissima Sara Lenzi.
N.B.: Ove non indicato diversamente, le foto sono tutte di Marco Novara.
Un’opera corale
La fama del presepe di Riotorto ha oltrepassato ormai i confini locali e sono in aumento le persone che vengono a vederlo nella sua consueta collocazione nella piazza davanti alla chiesa. Molti sono i volontari che ogni volta si riuniscono e si adoperano per oltre un mese per l’allestimento di questa grande scenografia, circa trenta – quaranta; protagoniste le associazioni, «Associazione cultura e spettacolo», «Unione ciclistica Riotorto», «Riolab».
Grande è la fatica del costruire, un’impresa non da poco per i volontari che si prodigano nei fine settimana per un insieme di 2.400 ore di lavoro allo scopo di realizzare un grande presepe con personaggi, animali, scenografie, luci, strutture di grande effetto realistico. C’è bisogno di falegnami, pittori, idraulici, elettricisti, maestranze di vario genere ed una quantità enorme di materiali da costruzione, tutti da reperire mediante donazioni ed un limitato budget a disposizione.
Un’impresa, però, condotta con entusiasmo, tutti insieme, per costruire un’opera corale, quasi incredibile per le dimensioni del paese, una frazione che non arriva a 1.500 abitanti. Una meraviglia, per i risultati e per il modo in cui viene realizzata. Statue a grandezza naturale, ambientazioni realistiche, progetti nuovi ogni anno. E Riotorto si trasforma in Betlemme.
Il presepe di Riotorto: un «fare insieme»
Il presepe di Riotorto viene inaugurato normalmente, con una cerimonia, l’8 dicembre – solennità dell’Immacolata Concezione -, e rimane allestito in un arco di tempo che comprende la festa di S. Antonio Abate, patrono del paese, il 17 gennaio dell’anno successivo.
All’inaugurazione è normale la presenza, oltre che del vescovo diocesano, del sindaco, che può ben sottolineare il forte spirito di comunità che esiste e si percepisce a Riotorto e che è quello che permette ogni anno la riuscita di questo grande presepe.
Claudio Fornai, presidente dell’associazione «Cultura e spettacolo», nei suoi interventi tiene a rimarcare il valore culturale di una realizzazione come questa, che unisce tante sensibilità diverse, di credenti e non credenti, offrendo un esempio di solidarietà e di «fare insieme» che cementa lo spirito profondo di una comunità autentica. Un «fare insieme» particolarmente importante per la funzione di coesione sociale in una situazione di sfaldamento della società: singoli, associazioni culturali e sportive, imprese, aziende, tutti danno il loro contributo per il paese.
Così pure, dice Claudio Fornai, è importante sottolineare il fatto che il presepe esprime la condivisione dei valori del cristianesimo e fa parte della nostra cultura. Non ha senso cancellarne l’allestimento nelle scuole, o modificare i testi dei canti di Natale per annullare i riferimenti cristiani, come purtroppo avviene in virtù di un malinteso senso del rispetto per le altre religioni e per i non credenti. Di fatto, ciò si riduce solo a denigrazione della nostra tradizione e della nostra cultura.
Perché – si potrebbe concludere – noi, nel presepe, siamo di casa; e l’allestimento e l’esposizione della scena della Natività non impongono niente a nessuno. Vogliono solo ricordare un evento ed ispirare fraternità.