Viaggio nella Bibbia. Il piccolo Samuele (1 Sm 1-3)

Anna presenta il piccolo Samuele al santuario. Di Hult, Adolf, 1869-1943; https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42758905

Anna (1,1-2,10)

Il piccolo Samuele dà inizio ad una risalita nella storia di Israele. Il libro dei Giudici si era tristemente concluso con la vicenda terribile di una donna abusata. Il testo biblico inizia adesso il discorso parlando di una donna. Sarà Anna infatti, una donna che soffre per il dramma della sterilità, a mettere in moto la storia.

Il racconto è ambientato nella regione montuosa di Efraim, a Rama o Ramataim (è l’Arimatea del Nuovo Testamento, nella zona dell’odierna Tel Aviv). Del capofamiglia Elkana si presenta la genealogia fino alla quinta generazione, segno di distinzione, e la condizione di poligamo, segno di benessere in questo periodo. La prima moglie, Anna (Grazia), è senza dubbio la più amata, ma come accadde anche a Sara ed Agar ed a Rachele e Lia non è lei la moglie feconda, ma la prima, Peninna (Collana di coralli).

Di qui l’umiliazione continua della sposa sterile, accentuata e inasprita ogni volta di più in occasione del pellegrinaggio annuale al santuario di Silo, dimora dell’Arca dell’alleanza. La sua sofferenza non potrebbe essere più acuta.

L’amore che il marito le porta (ed è tanto: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Io non sono per te più di dieci figli?», le dice) non basta a colmare l’abisso di dolore che si porta dentro. Qui siamo in presenta di un forte patimento spirituale, in assenza di cause organiche od economiche di sofferenza. Un patimento che nel caso di Sara e Rachele si può immaginare, ma che qui viene descritto apertamente.

A differenza di Sara e Rachele che cercano una soluzione mediante risorse umane (l’uso di una schiava per ottenere una maternità legale), Anna mette tutta la sua speranza in Dio, alla cui presenza sfoga il suo dolore, con l’effetto comico di apparire, invece, ubriaca agli occhi del sacerdote custode del santuario di Silo. Il nome del bambino, secondo l’etimologia biblica, metterà in luce questo radicale abbandono: Samuele, “Ascoltato da Dio”; e a Dio questo bambino verrà reso offrendolo al santuario.

Il cantico di Anna esprime così la logica di Dio: attraverso tre tipi di livelli

militare:    forti / deboli;                                                                  

economico: sazi / affamati;

 personale:  sterile / pluripara

Dio manifesta così la sua predilezione per i deboli, i poveri, gli umiliati. Il Cantico di Anna per certi aspetti anticipa il Magnificat, benché assuma alla fine la veste di un canto regale e messianico, e questo fatto risulti appropriato, perché il cantico di Anna si pone proprio all’inizio della storia dell’umile re Davide, fidente solo in Dio sua Rocca.

Anna affiderà il piccolo al sacerdote Eli per adempiere al suo voto. Prototipo di tutte le madri che accompagnano un figlio nella sua vocazione, da lontano Anna segue il bambino posto al servizio di Dio, preparandogli gli abitini adatti alla sua misura e portandoglieli una volta l’anno al momento della visita della famiglia al santuario.

L’infanzia di Samuele (1 Sm 3-4)

Sullo sfondo cupo della storia umana, inabissata in un mare di iniquità, si staglia la figura carismatica di Samuele, implorato dalla madre e consacrato a Dio. Le guide del popolo sono corrotte; le persone oneste sono un vecchio invalido e un bambino, e Dio sembra ritrarsi: “la parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti” (I Sam. 3,1).
La notte avvolge ormai Israele, come la notte in cui avviene l’episodio in cui Dio viene al piccolo Samuele. Nel cuore della notte, nel santuario in cui ancora arde la lampada, Dio viene ad un bambino che ancora non lo conosce e che non sa come riconoscerlo nella sua vita, ma è piccolo, e umile, e docile. Grande nella sua debolezza morale è anche la figura del vecchio sacerdote, che accetta umilmente la parola di Dio e che nella sua morte dimostra di amare appassionatamente l’Arca del Signore – ma è fragile, troppo fragile per riuscire a rettificare gli incorreggibili figli.
La parola del Signore, rivolta ad Eli attraverso il piccolo Samuele, è molto dura. Tuttavia il vecchio sacerdote la accetta come volontà di Dio. In questo, si rivela di esempio. Ci sono conseguenze da pagare per il cattivo comportamento di alcuni. Il ministero di Samuele inizia in modo molto scomodo.