
Dicono che la cultura non abbia più peso nella nostra società… ma è gente che non ha mai portato sulle spalle il peso dello zaino scolastico del mio nipotino! Scherzo, naturalmente. Ma che cosa ci metteranno dentro i nostri bimbi? Nove chili di zaino! … per una cultura che in generale va sempre peggio. E, sia chiaro, non parlo della scuola che sta facendo Giovanni, della quale invece sono molto soddisfatta per il programma che stanno svolgendo e per la cura con cui i maestri portano avanti il loro compito. Ma insomma, nove chili di peso sulle spalle e poi… quali sono i risultati nella nostra società?
Dati Istat
Ecco quello che mi dicono i dati Istat relativi al 2023: solo il 40,1% della popolazione alfabetizzata ha letto almeno un libro in un anno, ma di questi nemmeno la metà (43,7%) è arrivata a leggerne almeno tre, mentre coloro che ne hanno letti almeno uno al mese sono solo il 15,4% (ovvero, il 15,4% di quel 40,1% di italiani che legge qualcosa). E se non c’è familiarità con i libri, difficilmente si può parlare di cultura: si può parlare, al massimo, di fruizione dei media. Controprova: circa il 90% degli italiani legge l’oroscopo almeno sporadicamente; i due terzi lo leggono regolarmente e ci credono… Non mi sembra che la cultura in Italia stia tanto bene in salute.
Dati scolastici
Ma se si vuol tornare sul discorso scolastico, si può fare riferimento alle prove Invalsi 2024, che hanno coinvolto circa 2 milioni e mezzo di studenti dei diversi ordini e gradi di scuola e che hanno dato i seguenti risultati:
- Scuola primaria: Solo il 67% degli scolari raggiunge il livello base in italiano, identica cosa in matematica
- Scuola media: si riscontrano livelli pressoché adeguati in italiano solo nel 60% degli alunni, in matematica appena nel 56% di loro
- Scuola superiore: solo il 62% degli studenti ha raggiunto almeno il livello base in italiano, appena il 55% in matematica.
Vogliamo consolarci con il bicchiere mezzo pieno? Inutile. Al maggior peso nello zaino non corrisponde l’acquisizione di maggiori competenze. Mi viene solo in mente che quelli della mia generazione avevano in cartella soltanto due piccoli libri stampati su carta opaca e leggera (il libro di lettura e il sussidiario), un quaderno a quadretti e uno a righe, piccoli, e un misero astuccino: io ne conservo ancora uno, di legno. I quaderni di bella copia si lasciavano a scuola, e si portavano a casa solo a fine trimestre.
Analfabetismo funzionale
Certo, se ci si guarda molto indietro i dati sono completamente diversi. Nel 1861 il 75% degli italiani era totalmente analfabeta, percentuale scesa drasticamente al 38% nel 1911, e al 12,9% del 1951. Complici a metà del secolo la diffusione della TV, la trasmissione Non è mai troppo tardi, le scuole reggimentali e l’attecchimento della legge sull’obbligo scolastico, gli analfabeti in Italia sono ora soltanto lo 0,6% della popolazione.
Sì, questi sono i dati ufficiali, ma funzionalmente gli italiani come sono messi? Uno studio di Tullio de Mauro nel 2008 mostrava che soltanto il 20% della popolazione adulta italiana possedeva gli strumenti minimi di lettura, scrittura e calcolo indispensabili per orientarsi nella società contemporanea. Oggi, i dati Invalsi indicano che solo il 63% degli alunni delle nostre scuole riesce a comprendere un testo in italiano e che appena il 59% di loro ha appreso strumenti matematici adeguati. Non per fare la laudatrix temporis acti, ma il peso della cultura non si misura a chili…