Molti vocaboli che usiamo comunemente sono derivati dalla Bibbia, o li abbiamo comunque ricevuti in un senso particolare mediante la Bibbia. La comune espressione «Sembra il paradiso terrestre», detta di uno scenario lussureggiante e piacevole ai sensi (forme, colori, profumi, tepori, suoni naturali…), viene dai capitoli 2-3 del libro della Genesi, dove leggiamo del giardino rigoglioso in cui il Signore pone l’adam appena creato, dove crescono l’albero della conoscenza del bene e del male e l’albero della vita, e da cui la coppia originaria dovrà allontanarsi a motivo della Caduta. Infatti, il giardino bellissimo in cui l’umanità è chiamata a vivere rappresenta la familiarità con Dio, e l’umanità che ha spezzato la comunione con il Signore non può vivere nel giardino.
Il giardino
In ebraico l’espressione suona Gan ‘Eden ovvero Giardino di delizie, ma nella traduzione greca il termine con cui i traduttori lo resero è parádeisos, paradiso (da cui anche, in ebraico, la parola pardes per indicare un giardino). La parola non è neppure greca ma proviene addirittura dalla lingua persiana, dove pairidaez sta a significare un magnifico parco recintato. Si pensi a come l’immagine di un fresco giardino verdeggiante e ricco di acque doveva evocare sensazioni paradisiache (appunto!) ad un popolo aduso a vivere in terre aride.
Nel Cantico dei Cantici, la comunione d’amore fra il Diletto e l’Amica è rappresentata, parimenti, dall’immagine del giardino. In senso metaforico, un paradiso è qualunque luogo incantevole o qualunque situazione che dia gioia e appagamento.
Paradiso terrestre
L’immagine di questo luogo delizioso delle origini dette poi luogo all’immagine di un luogo futuro di delizie eterne, chiamato esso pure paradiso; per cui il primo fu chiamato paradiso terrestre per distinguerlo da quello celeste ed escatologico.