Viaggio nella Bibbia: Storia di un fuggitivo

Il modello dell'eroe fuggitivo
Mosè e le figlie di Jetro. Di Théophile Hamel (1817-1870) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18766420

La storia di Mosè inizia seguendo uno schema, il modello dell’eroe fuggitivo, che si ritrova nelle storie dell’antico Vicino Oriente:

  • Sinuhe l’Egiziano — inizi del secondo millennio a.C.
  • Idrimi il Siriano — metà XV  secolo a.C.
  • Hattushili III l’Ittita — metà XIII  secolo a.C.
  • Esarhaddon, re d’Assiria — metà del VII  secolo a.C.
  • Nabonedo, re di Babilonia — metà del VI  secolo a.C.

Tutti questi testi condividono un comune schema narrativo di fuga: un capo o un eroe, costretto ad abbandonare la sua terra natale, trascorre un periodo in esilio, e riceve un incoraggiamento da una divinità a tornare in patria, dove diverrà un capo od otterrà onori.

Il modello dell’eroe fuggitivo

I racconti di individui che devono lasciare la loro patria, sopravvivere in esilio e tornare in trionfo sono diffusi nella letteratura mondiale, e sopratutto nell’antico Vicino Oriente. La prima attestazione del modello dell’eroe fuggitivo è la storia di Sinuhe l’egiziano (1875 a.C. circa), un ufficiale che prestò servizio alla corte di Amenemhat I. ascoltando una conversazione sospetta riguardante presumibilmente un colpo di stato, fugge in Libano, dove sposa la figlia di un capo locale, mette su famiglia e diviene un eroe militare. Divenuto vecchio, può tornare al suo paese.

Il secondo esempio più antico del modello dell’eroe fuggitivo è Idrimi (XV secolo a.C.), che fugge da Aleppo, rimane sette anni in terra di Canaan, raccoglie un esercito e torna in Siria dove diviene re.

Il modello, secondo uno studio del prof. Edward L. Greenstein, è costituito da alcune caratteristiche di base presentate dall’eroe:

  • È un fratello minore
  • Attraversa una crisi politica o personale
  • Fugge o è esiliato
  • È protetto da una figura femminile
  • Sposa la figlia del suo ospite in terra di esilio
  • Assume un ruolo di responsabilità nella famiglia ospitante
  • Ha un incontro con il divino
  • Si ricongiunge con i parenti
  • Trascorre sette anni (in esilio)
  • Respinge un attacco e saccheggia il nemico
  • Torna a casa dove è ripristinato in una posizione di comando e/o di onore
  • Istituisce un culto o lo rinnova.

La storia di Sinuhe presenta tutte le caratteristiche del modello dell’eroe fuggitivo, tranne due: non si dice che Sinuhe fosse un figlio minore e il suo esilio non dura sette né un multiplo di sette anni. Idrimi invece non sposa la figlia del suo ospite e non assume un ruolo di responsabilità nella sua famiglia.

Il modello dell’eroe fuggitivo nella storia di Mosè

Esaminando la storia di Mosè alla luce del modello dell’eroe fuggitivo si riscontra che:

  • Il più piccolo della casata. È un fratello minore, accudito dalla sorella maggiore (Esodo 2,4-8) e di tre anni più giovane del fratello Aronne (7,7). È una costante nella Bibbia dare la preferenza ai fratelli più piccoli, un modo per dimostrare che i personaggi carismatici sono eletti da Dio e non dalla norma umana della primogenitura.
  • La fuga. A seguito dell’uccisione di un egiziano, Mosè è costretto a fuggire dall’Egitto (Esodo 2,15).
  • La protezione femminile. In terra di Madian, Mosè viene portato a casa dalle figlie del sacerdote locale, Reuel / Jethro (Esodo 2,18-20). Era già stato salvato, neonato, dalla madre e dalla sorella, e adottato dalla figlia del faraone (Esodo 2,2-10).
  • Matrimonio e nuova famiglia. Ospite nella casa di Reuel, ottiene in moglie la figlia Zippora (Esodo 2,21) e gli viene affidata la custodia di una parte dei suoi greggi (Esodo 3,1).
  • L’incontro divino. Nel caso di Mosè avviene con la visione di un roveto che brucia ma non si consuma (Esodo 3,2-4).
  • Ricongiungimento con i parenti. Al fratello di Mosè, Aronne, il Signore ordina di raggiungere Mosè come suo portavoce, anche se avrebbe potuto assumere questo compito più avanti.
  • Sette anni di esilio. In questo caso la storia di Mosè diverge dal modello dell’eroe fuggitivo, perché l’esilio di Mosè è lungo ma la durata non è specificata.
  • Il protagonista respinge un attacco. Mosè con la sua famiglia torna in Egitto ma mentre è in viaggio viene attaccato: non da un’azione militare del nemico, ma da Dio (Esodo 4,24:  E avvenne che lungo il cammino, nel luogo dove pernottava, YHWH gli venne incontro e cercò di farlo morire). Un attacco simile da parte di un essere divino lo affrontò Giacobbe (Gen 32,25).  Ancora una volta Mosè viene salvato da una donna, sua moglie Zipporah, versando sangue rituale.
  • Saccheggio. Mosè personalmente non raccoglie bottino, ma quando conduce fuori gli Ebrei dall’Egitto l’intera nazione è trasformata in un eroe fuggitivo, portando con sé, su istruzione di Mosè, “vasi d’argento e vasi d’oro e vesti” e spogliandone l’Egitto” (Esodo 12,35-36).
  • Ritorno a casa, posizione di comando e istituzione di un culto. Mosè torna in Egitto, assume il ruolo di capo e fonda i rituali dell’Alleanza.  

In che cosa Mosè si discosta dal modello dell’eroe fuggitivo?

Nella maggior parte dei racconti di eroi fuggitivi, il protagonista cerca l’aiuto della sua divinità per tornare in patria. Idrimi pratica la divinazione. Sinuhe supplica: Riportami a casa! Sicuramente mi farai vedere il luogo in cui abita il mio cuore! 

Mosè, a differenza di Idrimi o Sinuhe, non chiede mai a Dio il suo ritorno a casa. Tuttavia arriva alla Montagna di Dio, l’Horeb (Esodo 3,1). Forse non sapeva che si trattasse della Montagna di Dio, o forse “Monte di Dio” è il modo in cui l’Horeb era già noto ai Madianiti, e, di conseguenza, a Mosè, il quale poteva esservisi recato per ricevere un oracolo sul ritorno a casa. 

Riceve infatti la risposta da Dio: «Va’, torna in Egitto, perché sono morti tutti quelli che cercavano la tua vita» (Esodo 4,19). Ma la ricerca dell’oracolo divino da parte di Mosè viene messa da parte rispetto alla teofania del roveto ardente (Esodo 3,1).

La Torah infatti non è interessata alla ricerca personale di Mosè, ma alla stipulazione dell’alleanza di Israele. E riconoscere il modello dell’eroe fuggitivo nella storia di Mosè consente di distinguere l’aspettativa convenzionale, evocata dall’antico modello del Vicino Oriente, dalla particolare versione biblica. La storia della persona, anche della persona di Mosè, è subordinata alla storia del popolo. La storia dell’eroe fuggitivo Mosè diviene una storia di esodo.