Lettura continua della Bibbia. «Il mio cuore viene meno!»

Profeta Geremia. Iconostasi della chiesa di S. Giovanni Crisostomo, Yaroslavl (1654). Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27493363

Tutti i profeti amano il loro popolo, ma è in particolare Geremia che si sente straziare le viscere per la rovina incontro alla quale va Gerusalemme. Nessun medico può sanare la ferita degli figlia di Sion, se ella non vuole farsi curare. Ma la punizione non è un arbitrio del Signore: è Israele stesso che se la procura.

«Il mio cuore viene meno!»

8 18Cercai di rasserenarmi, superando il mio dolore,
ma il mio cuore vien meno.
19Ecco odo le grida della figlia del mio popolo
da una terra lunga e larga:
«Forse il Signore non si trova in Sion,
il suo re non vi abita più?».
Perché mi hanno provocato all’ira con i loro idoli
e con queste nullità straniere?
20 È passata la stagione della messe, è finita l’estate
e noi non siamo stati soccorsi.
21Per la ferita della figlia del mio popolo sono affranto,
sono costernato, l’orrore mi ha preso.
22Non v’è forse balsamo in Gàlaad?
Non c’è più nessun medico?
Perché non si cicatrizza
la ferita della figlia del mio popolo?
23Chi farà del mio capo una fonte di acqua,
dei miei occhi una sorgente di lacrime,
perché pianga giorno e notte
gli uccisi della figlia del mio popolo?

Persecuzione del profeta

Una caratteristica del libro di Geremia, soprattutto nei capitoli 10-20, è la presenza delle cosiddette Confessioni di Geremia, ossia gli sfoghi con cui il profeta manifesta il proprio dolore per il ministero difficile che deve compiere e per la persecuzione di cui è oggetto da parte dei numerosi oppositori che complottano contro di lui. Il profeta, si noti bene, invoca su di loro la vendetta, come giusta retribuzione delle loro colpe.

11 18Il Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo;
allora ha aperto i miei occhi sui loro intrighi.

19Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che essi tramavano contro di me, dicendo: «Abbattiamo l’albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato».

20Ora, Signore degli eserciti, giusto giudice,
che scruti il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di loro,
poiché a te ho affidato la mia causa.