Il meteo alla rovescia

Il meteo alla rovescia
Immagine da me realizzata con AI tramite https://creator.nightcafe.studio/studio

Il meteo alla rovescia… previsioni che vanno al contrario: inverni caldi ed estati fresche? Mi spiego.

Calendi chiari mesi scuri

Ogni anno, i vecchi contadini tenevano conto dei primi dodici giorni di gennaio, i calendi, per trarre previsioni riguardo al meteo di tutto l’anno.

Nei secoli passati, quando non esisteva il servizio meteo, si osservavano vari segni naturali per trarre pronostici sull’andamento futuro delle stagioni. Queste previsioni meteo popolari erano particolarmente importanti per la maggior parte della gente, che coltivava la terra. Non si trattava di magia o superstizione: si trattava di osservare i segni naturali per trarne previsioni sulla base di una osservazione plurisecolare. Una specie di meteo ante litteram. Lo facevano anche al tempo di Gesù:

«Quando viene la sera dite: “Sarà bel tempo, poiché il cielo rosseggia”; e la mattina: “Oggi ci sarà burrasca, poiché il cielo è rosso cupo”» (Matteo 16,2-3).

I calendi

Foto di Secoura da Pixabay

Uno di questi metodi consiste in quello che la mia nonna chiamava «i calendi», sì, al maschile, da non confondersi con le  calende che erano, nel  calendario  (appunto,  calendario deriva da  calenda), il primo giorno di ogni mese. Dal nome delle calende è nata nelle lingue romanze, come italiano, francese e spagnolo, l’espressione ironica «rimandare alle calende greche». Le calende greche sono un giorno che non verrà mai, perché nel calendario greco le calende… non esistevano proprio.

calendi, invece, sono i primi 12 giorni di gennaio, ognuno corrispondente ad un mese dell’anno, in ordine cronologico. Secondo le varie zone della Toscana ma anche le varie parti d’Italia, le condizioni meteo osservate nel giorno  1  rappresenterebbero il tempo che dovremmo attenderci per il mese di  gennaio, mentre quelle osservate nel 2 gennaio sintetizzerebbero quelle del mese di febbraio e così via, fino ad arrivare al  12 che corrisponde al mese di dicembre.

Due versioni diverse e opposte

La cosa non è semplice perché in talune versioni del sistema si deve considerare il tempo osservato in un dato giorno come esatto pronostico del mese corrispondente, mentre in altre versioni lo si deve considerare l’opposto: «calendi scuri mesi chiari, calendi chiari mesi scuri», diceva la mia nonna Livia, classe 1880. Io mi attengo alla sua versione; naturalmente, posso basarmi solo sulle condizioni meteo che ho osservato a Piombino. Stando al metodo inverso, quest’anno il freddo invernale dovrebbe durare fino a marzo, con un aprile invece caldo e piovoso, riaffacciarsi a maggio e sfociare in un’estate lunga e tiepida prolungata in un novembre e un dicembre insolitamente caldi. Il meteo alla rovescia, no?

Il meteo alla rovescia

Ma la questione si complica se prendiamo in considerazione anche i 12 giorni successivi, in ordine inverso: il 13 gennaio corrisponde a dicembre, il 14 a novembre, e così via. Seguire questa pista porterebbe a smentire quanto detto prima, con la previsione di un’annata molto calda, con l’eccezione di gennaio e febbraio, e piovosa.

 Mettendo insieme le due sequenze, decisamente freddi sarebbero gennaio e febbraio, mentre i mesi successivi sarebbero caratterizzati da temperature miti sia in inverno che in estate, calde in modo anomalo a novembre e dicembre.

Ma un altro proverbio è capace di apportare un correttivo: «Dei calendi non mi curo se San Paolo non è scuro». La possiamo considerare una uscita di sicurezza. Siccome il 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo, la giornata non è stata serena ma non ha neppure piovuto, dei calendi non mi curo. Quindi si può affermare tutto e il contrario di tutto. Staremo, anche quest’anno, a vedere…