Questa curiosa espressione di C.S. Lewis, «il dolore è il megafono di Dio per svegliare un mondo sordo», è una delle più note del celebre scrittore cristiano. Cerchiamo di comprenderne meglio il senso.
Nel suo saggio «Il problema della sofferenza», probabilmente, dice Lewis, la malvagità umana è responsabile dei quattro quinti del dolore del mondo. Lascio a lui la parola:
La maggior parte del dolore è inferta dagli uomini
«Gli uomini, e non Dio, hanno inventato strumenti di tortura, fruste, prigioni, la schiavitù, fucili, baionette, bombe; è per l’avarizia o la stupidità umana, non per la villania della natura, che abbiamo la povertà e il superlavoro. Ma ciononostante rimane molta sofferenza che non può essere ricollegata in questo modo a noi stessi. Anche se tutte le sofferenze fossero causate dall’uomo, vorremmo sapere la ragione per cui Dio permette ai peggiori fra gli uomini di torturare i loro fratelli…
Il vero bene di una creatura consiste nell’arrendersi al suo Creatore, nel vivere intellettualmente, volitivamente ed emotivamente quel rapporto che è implicito nel fatto stesso di essere una creatura…. Tale tipo di bene comincia a un livello molto superiore a quello delle creature, comincia da Dio stesso che, come Figlio, fin dalla notte dei tempo rende a Dio Padre, con obbedienza filiale, quell’essere che il Padre, grazie al suo amore paterno, genera eternamente nel Figlio.
Questo è il modello di comportamento che l’uomo è stato creato per imitare – che l’uomo del Paradiso imitò – e dovunque la volontà conferita dal Creatore gli viene così riofferta con obbedienza gioiosa dalla creatura, lì c’è senza dubbio il Cielo, e lì agisce lo Spirito Santo. Nel mondo così come lo conosciamo oggi, il problema consiste nello scoprire come recuperare questo abbandono di sé… Da qui sorge la necessità di morire ogni giorno; possiamo pensare spesso di aver spezzato il nostro io ribelle, ma lo troveremo sempre ancora vivo».
Il megafono di Dio
Questo processo, afferma Lewis, comporta quotidianamente dolore. Ma questo dolore ha una sua utilità: richiama la nostra attenzione sul fatto che qualcosa non va:
«Dio sussurra nei nostri piaceri, parla nelle nostre coscienze ma grida nelle nostre sofferenze; il dolore è il Suo megafono per svegliare un mondo sordo…
Fino a quando il malvagio non riconosce la presenza inequivocabile del male nella sua esistenza nella forma del dolore, vive prigioniero di un’illusione. Una volta che il dolore lo abbia scosso, egli capisce che in un modo o nell’altro si è messo “contro” l’universo reale… Senza dubbio il dolore come megafono di Dio è uno strumento terribile e può condurre a una ribellione definitiva e impenitente, ma fornisce al malvagio l’unica occasione di ravvedersi. Toglie il velo; pianta lo stendardo della verità sulla fortezza di un’anima ribelle».
Basti, per ora, questa prima idea, che Lewis provvederà ad affinare nell’analisi successiva. È evidente che vi possono essere casi di sofferenza rispondenti a questa funzione del «megafono di Dio»; ma non possiamo limitarci a questo.
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