La Bibbia dall’ABC. Il limite dell’adam (Genesi 2,16-17)

Lucas Cranach il Vecchio, Adamo – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=74082133

«Il Signore Dio diede questo comando all’adam»… Dio conferisce all’adam la sua dignità, ma pone in evidenza anche il limite umano.

È la logica conseguenza della premessa: se il Signore ha creato l’adam, può porre le condizioni della sua vita e del suo status.

Libertà o arbitrio?

«Potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino…» tranne uno.

È la prima parola che in questo racconto il Signore rivolge all’adam: Dio si mette fin dall’inizio in dialogo con l’adam. Gli conferisce le sue prerogative e gli pone i suoi limiti. Circoscrive la sua vita all’interno del rapporto di amicizia e di comunione con lui. Fuori di questi limiti, l’adam non può che andare incontro allo stravolgimento dei rapporti ed alla deformazione della propria natura. Talvolta ci si domanda che razza di libertà sia quella umana: l’uomo può scegliere quello che vuole, il male come il bene, ma se viola le regole viene punito! È libertà questa?

In effetti, bisogna cercare prima di capire il concetto di libertà, che non va confuso con quello di arbitrio. Libertà è libertà di essere se stessi. Poiché la natura di ogni essere è orientata alla gloria di Dio, «una talpa deve scavare per la gloria di Dio e un gallo cantare», come scrive C.S. Lewis. Essere se stessi pienamente è rendere a Dio la massima gloria. La scelta del male non toglie niente a Dio, non potrebbe, ma toglie molto all’uomo, fino a snaturarlo. Libertà è liberarsi dai condizionamenti che ci distoglierebbero dall’essere noi stessi in pienezza: perciò la scelta consapevole del male non è libertà, è arbitrio.

Dio è al sicuro dai nostri tentativi di esautorarlo: possiamo solo fare male a noi stessi. Anche qui ci supporta C.S. Lewis:

«Un uomo non può sminuire la gloria di Dio rifiutando di adorarlo più di quanto un pazzo possa spegnere il sole scarabocchiando la parola “buio” sui muri della sua cella»

«Nel giorno in cui ne mangiassi…»

«Bayom», «Nel giorno», non designa il giorno del calendario, ma è un’indicazione di tempo generica: «dal momento in cui». L’adam stesso si attira la conseguenza della sua travalicazione del limite creaturale: l’interruzione della vita piena con Dio.

Inutile chiedersi di quale frutto si trattasse: la tradizione della mela è puramente latina, probabilmente prodotta dalla coincidenza «malum» – male / «malum» – mela.