Terza bestia. Il leopardo alato

La visione di Daniele. Foto Franco Ceccherini

Ed ecco la terza bestia della visione di Daniele 7, il leopardo alato.

Dopo di questa, mentre stavo guardando, eccone un’altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d’uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il potere».

La cifra di questa bestia ibrida è, ovviamente, il numero 4, che nella simbologia biblica è numero cosmico e rappresenta la totalità del mondo. C’era già un importante precedente biblico: i quattro esseri viventi della visione di Ezechiele (cap. 1), quattro secoli prima, hanno ciascuno quattro facce e quattro ali. Rappresentano, infatti, il cosmo, basamento visibile della gloria di Dio.

Il simbolo

Il leopardo alato simboleggia l’impero persiano, il quale, con una rapidità sconcertante (simboleggiata dalle ali), estese il suo dominio su tutte le terre conosciute dagli ebrei. Proprio per questo a tale bestia viene «dato il dominio»: i Persiani furono i primi a dominare quello che per l’antico Israele era l’intero mondo. Biblicamente, anche il leopardo, come il leone, l’orso e il lupo, è una chiara immagine di predazione. Cfr. Geremia 5, 5-6a:

« Mi rivolgerò ai grandi e parlerò loro. Certo, essi conoscono la via del Signore, il diritto del loro Dio. Ahimè, anche questi hanno rotto il giogo, hanno spezzato i legami! Per questo li azzanna il leone della foresta, il lupo delle steppe ne fa scempio, il leopardo sta in agguato vicino alle loro città… ».

Rispetto agli imperi più antichi, quello persiano raggiunse la massima estensione nella Fertile Mezzaluna dando l’idea che dominasse tutta la terra. Il leopardo alato rappresenta bene la velocità della conquista unita alla massima potenza, e le quattro teste simboleggiano la capacità di scrutare ovunque (ai quattro punti cardinali, diremmo noi) e di tenere tutto sotto controllo. L’identificazione è quindi storica e non mitologica. Non si identifica affatto con l’idra, che è un animale immaginario del tutto differente.

Un mostro a più teste: l’idra

Sia detto incidentalmente, l’idra è bestia mitologica presente nei racconti greci e romani, un mostro acquatico indistruttibile perché dotato di numerose teste (sette o nove, ma in qualche versione anche 50) a ricrescita continua: solo Ercole riuscirà nell’impresa di distruggerla.

Nella zoologia mitologica medioevale, il termines «idra» si estende a designare un drago con molte teste. In certi bestiari medioevali è citato anche l’«hydrus», una specie di serpente che si fa inghiottire dal coccodrillo per poi ucciderlo dall’interno (analogamente a come si riteneva facesse l’icneumone o mangusta egiziana). In questo senso, l’hydrus diviene addirittura immagine cristologica, perché il Cristo, inghiottito dalla morte, a sua volta la uccide e risorge.

Le 4 bestie (Daniele 7). Incisione su legno di Hans Holbein il Giovane, XVI secolo. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16979057

Nella xilografia di Hans Holbein il Giovane (1538), più modestamente, la terza delle bestie che emergono dal mare ha piuttosto l’aspetto di un pollo quadricefalo, altro che leopardo… Molto più elegante l’immagine massetana, dotata di figuretta snella e di garbo felino.

San Giovanni nell’Apocalisse sintetizzerà queste tre creature fantastiche in un unico mostro:

«La bestia che io vidi era simile a un leopardo, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande» (Ap 13,2).