Briciole di storia alvernina (95). Il Grand Tour e la Verna

Il Grand Tour
Mappa del Grand Tour intrapreso da William Beckford nel 1780. Di Europe_geographycal_hires.jpg: Szarka Gyuladerivative work: Jane023 (talk) – Europe_geographycal_hires.jpg, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7635013

Mentre continua a vivere tranquillamente la propria spiritualità, a fine Settecento la Verna inizia ad essere interessata da un fenomeno che coinvolge molti giovani benestanti dell’Europa settentrionale: il viaggio di conoscenza detto il Grand Tour.

1791: Sir Richard Colt Hoare

Nel 1791 Sir Richard Colt Hoare visita la Verna e scrive:

“In una sorta di anfiteatro, a sommo di una roccia maestosa, ripida e isolata, circondata da boschi di faggi, si trova la dimora romita dei frati di San Francesco… Il convento è frequentato molto nei giorni di festa e trae sostanziali benefici dai pastori della Maremma i quali, passando di qui diretti ai pascoli estivi del Casentino, non dimenticano mai di lasciare qualche agnellino sulla soglia come offerta caritatevole. I buoni frati ne hanno ormai un bel gregge di trecento capi” (Viaggio in Italia p. 45).

Questo gentiluomo (1758-1838) era nato a Londra da buona famiglia, e si era dedicato agli studi archeologici, divenendo anche membro della Royal Society e della Società degli Antiquari di Londra. Nel 1785 aveva visitato alcune regioni della Francia, della Svizzera e dell’Italia; in un secondo viaggio, tra il 1787 e il 179, toccò altre località italiane come l’isola d’Elba, l’Abruzzo, il Molise e la Sicilia; tra queste, anche la Verna.

Il Grand Tour

Sir Richard non aveva fatto altro, visitando fra le altre terre la Verna, che dare impulso, insieme ad altri gentiluomini dell’Europa settentrionale tra cui Goethe, al fenomeno che fu detto il Grand Tour,  un lungo viaggio che i giovani abbienti intraprendevano per perfezionare e arricchire le loro conoscenze, avendo come partenza ed arrivo una medesima città. Il termine turismo deriva proprio da lì. L’Italia era una delle destinazioni più ambite, ricca com’era di mete storiche ed artistiche: Roma, Venezia, Napoli, Pompei ed Ercolano riscoperte da poco, la Sicilia che dava modo di studiare l’arte greca senza per questo doversi recare in una Grecia soggetta all’Impero turco con le difficoltà del caso… Tra l’altro, in questo attraversamento della penisola da nord a sud, la Verna, sacra alla memoria dantesca che l’Europa stava riscoprendo, diveniva quasi una tappa obbligata.